«Presunte inchieste di Report o di Atlantide inconsapevolmente alimentano di nuove suggestioni i pentiti». Il duro attacco ai programmi rispettivamente di Rai e La7 arriva da Damiano Aliprandi sulle colonne de Il Dubbio. Nell’edizione odierna, infatti, ha puntato il dito contro queste trasmissioni perché sostiene che con i loro approfondimenti si crea un circolo vizioso da un lato utile per gli ascolti, dall’altro distruttivo per chi si affaccia allo studio del fenomeno mafioso. Ma per Aliprandi non aiuta neppure i magistrati di antimafia. Alla fine si «si spendono numerose risorse umane e si alimenta il circuito mediatico – giudiziario che, com’è detto, a sua volta “alimenta” i pentiti stessi».
Viene citato anche Gaspare Spatuzza, parte attiva degli attentati mafiosi come le stragi di Firenze, Milano e Roma, il quale ha parlato di «ipotesi apprese in tv». Dunque, si parla in maniera chiara di un fenomeno di pentiti che raccontano ciò che sentono in tv e a riprova di ciò si tira in ballo la relazione finale della scorsa commissione nazionale Antimafia relativa all’attività istruttoria sulla strage di via dei Georgofili a Firenze.
“PARLO DI QUELLO CHE HO VISTO IN TV…”
Emerge che è stato sentito Cosimo Lo Nigro, già condannato per le stragi che però si dichiara innocente. Alla commissione antimafia chiese di approfondire e investigare. «Io le parlo di quello che ho visto in Tv. Ci siamo? Noi siamo qui oggi per la situazione di Firenze, per la tematica e la disgrazia di Firenze. Mi dica una cosa: in televisione io ho ascoltato personalmente alcuni format mirati di questi eventi che sono successi all’epoca. Sulla situazione di Firenze, come Firenze e come Milano, e in qualche altra strage, si parla di una donna». Dunque, cita qualcosa di cui è stato discusso in tv. Sollecitato dall’ex presidente Nicola Morra, Lo Nigro ha spiegato chiaramente: «Io parlo di quello che ho sentito in televisione, sia in un programma televisivo su La7 (Atlantide, ndr) sia su Report su Rai 3, in occasione dei tre anniversari. Le trasmissioni hanno parlato anche di questi fatti che sono accaduti nel 1993 e riportano di una donna, non solo a Firenze!».
PENTITI TRA “PERCEZIONI” E “SINTOMI”
C’è pure il pentito Gaspare Spatuzza, legato a Giuseppe Graviano. La sua collaborazione è stata utile per rifare il processo Borsellino quater. Partecipò alle stragi come quelle di Firenze e raccontò tutti i dettagli dell’operazione stragista. Esclude che il suo gruppo sia entrato in contatto con soggetti esterni a Cosa nostra, ma di chiara di poter supporre che ci siano stati contatti, richiamandosi al «progetto Farfalla». In realtà, ne ha sentito parlare in tv: non può conoscere la vicenda, perché si chiama “protocollo farfalla” e non ha nulla a che fare col periodo delle stragi, visto che – come ricostruito su Il Dubbio – fu un’operazione dei primi anni 2000 tra intelligence e Dap per una presunta regia mafiosa dietro le proteste contro il 41 bis. Peraltro, viene citato il magistrato Donadio che ha insistito con Spatuzza sulla presenza di una donna nello scenario stagista, arrivando a chiedere di percezioni e sintomi. «Il prossimo passo sarà lo studio delle entità asintomatiche», il commento ironico di Aliprandi, che poi conclude il suo articolo sul giornale: «Ora aspettiamoci le supposizioni dei pentiti dopo aver visto l’ennesima trasmissione di Report».