CAOS SUL TERZO MANDATO: TOTI CON ZAIA E LA LEGA, “RISCHIO CONTENZIOSO”
Nella giornata “convulsa” al Senato con l’affossamento dell’emendamento sul terzo mandato in Commissione Affari Costituzionali, arriva dal Governatore della Liguria Giovanni Toti un allarme relativo ai rapporti tra Governo e Regioni nei prossimi mesi/anni. Coinvolto in prima persona sul tema – anche lui infatti il prossimo anno si appresta a chiudere il suo secondo mandato consecutivo alla guida di Regione Liguria (come Zaia in Veneto, De Luca in Campania, Bonaccini in Emilia Romagna, Emiliano in Puglia) – il Governatore era favorevole all’emendamento presentato dalla Lega.
«Sul terzo mandato c’è un gigantesco cortocircuito politico in una Repubblica dove i parlamentari contrari ad ulteriori mandati per governatori e sindaci talvolta siedano in Parlamento dagli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, quindi una sorta di era geologica fa»: per Toti il ko votato da FdI, FI, Pd, M5s e AVS avviene in uno Stato dove «non c’è un limite per il presidente del Consiglio e per i ministri, dove il Governo sta discutendo sulla elezione del primo ministro in forma diretta». Per l’ex esponente di Forza Italia, alla guida della Liguria negli ultimi 9 anni, il tema del terzo mandato non è sottovalutare: «Continuo a pensare che gli elettori debbano avere l’ultima parola e che se in tutta Europa e in gran parte degli stati del mondo nessuno ha applicato questo metodo un ragionamento bisognerebbe farlo». Non solo, rilancia l’allarme già avanzato dal Carroccio: se non si mette ordine sul vincolo del terzo mandato, chiarisce Toti, «rischiamo nei prossimi due-tre anni di avere un contenzioso tra governo centrale e Regioni quasi infinito»
TERZO MANDATO REGIONI: “IL RISCHIO È LA SPACCATURA TRA PAESE E PARLAMENTO”
Sentito dai cronisti fuori da Regione Liguria, Toti ha ammesso di non aver ancora deciso quale mossa prendere nel 2025 con l’eventuale ricandidatura – sempre ovviamente che dal Parlamento arrivi il via libera al terzo mandato: «Non so se vorrò fare il terzo mandato onestamente, vedremo se ci sono le condizioni per farlo, se è un vantaggio per la mia Regione e per la mia maggioranza politica. È una decisione che spetta ai territori, agli amministratori dei territori e soprattutto agli elettori».
Toti non si preoccupa tanto della spaccatura vista oggi in Commissione Affari Costituzionali del Senato, con lo stesso Salvini che sportivamente aveva commentato con un «siamo in democrazia: ogni tanto le proposte della Lega passano altre volte, come in questo caso, vengono bocciate perché tutti gli altri, Forza Italia, Fratellli d’Italia, Pd, Cinquestelle sono contro. Secondo me è un errore»: per il Governatore della Liguria il problema è la spaccatura profonda tra il Paese e il Parlamento. «C’è un l’immensa periferia di questo Paese fatta di sindaci e governatori eletti direttamente dai cittadini e che alle elezioni amministrative performano rispetto alle liste dei partiti molto spesso in modo migliore», conclude il Governatore ligure facendo riferimento alle liste civiche di Zaia, Bonaccini e dello stesso Toti in Liguria, «Penso che se mai di qualcosa si deve occupare il Parlamento è la grande lontananza che ormai c’è tra una politica sui territori, dove i sindaci civici ormai sono la maggioranza e dove il voto locale prevale sul voto politico, e un Parlamento, dove non esistono preferenze e piccoli collegi, che si arroga in qualche modo il potere di decidere su città e regioni».