Un padre separato chiede di vedere il figlio, ma il via libera del Tribunale arriva solo quando è maggiorenne. Ora quell’uomo chiede un maxi risarcimento da un milione di euro allo Stato perché questa odissea burocratica e giudiziaria sarebbe figlia di un “vuoto decisionale”. Ma facciamo un passo indietro, al 2006. Dopo la separazione dalla compagna, l’uomo si è rivolto al Tribunale per chiedere d’urgenza l’affido condiviso del figlio e che il suo “diritto di visita” del bambino venisse regolamentato. All’epoca il bambino aveva 6 anni, ma il “decreto definitivo” del Tribunale per i minori è arrivato solo nel 2017, quando ormai quel bambino era diventato un ragazzo. Col ricorso del padre in Appello i tempi si sono ulteriormente allungati, quindi la sentenza è stata confermata quando il giovane, ormai maggiorenne, poteva decidere autonomamente della sua vita e dei rapporti con i suoi genitori. Di questa vicenda il Corriere della Sera non ha rivelato molti altri dettagli per non rendere identificabili le persone coinvolte.
PADRE SEPARATO CHIEDE DI VEDERE FIGLIO: OK 11 ANNI DOPO
Il 13 dicembre scorso il legale del padre separato, l’avvocato Gianpaolo Caponi, con il collega Francesco Langè ha chiesto al presidente del Consiglio e al ministro della Giustizia un maxi risarcimento di un milione di euro. Nella lettera si fa riferimento al “vuoto decisionale” nel quale non sono state emesse “neppure in via temporanea ed urgente delle regole seppur minime che potessero assicurare una frequentazione periodica”. Così all’uomo “è stato precluso, forse per sempre, il diritto di vivere con il proprio figlio”. Per l’avvocato Caponi si tratta di una “violazione di un diritto primario inviolabile, con un danno irreversibile e non quantificabile”. La vicenda ha avuto inizio nel 2006, due anni dopo i giudici onorari incaricano i servizi sociale di fare un’istruttoria, organizzare incontri tra padre e figlio in modalità protetta e valutare le personalità dei genitori. La relazione viene depositata nel 2009, un’altra è datata 2010, ma non arriva ancora la decisione. Le audizioni riprendono nel 206, fino a quella del 2017 in cui il ragazzo si rifiuta di presentarsi in Tribunale. Padre e figlio sono riusciti a tenere comunque un filo di contatto, ma senza che tutto venisse regolamentato dalla giustizia. I rapporti si sono quindi diradati fino a interrompersi.