Subito dopo l’attacco alla discoteca Reina di Istanbul e la rivendicazione dell’Isis dell’attentato che ha sconvolto la Turchia, Erdogan ha dato ordine di bombardare almeno cento basi attribuite al sedicente Stato islamico. L’attacco è avvenuto vicino alla città di al – Bab, roccaforte di Daesh situata a 40 chilometri da Aleppo; quasi in contemporanea anche dei jet russi hanno attaccato e bombardato degli obiettivi dell’Isis a Dayr Kak, situata invece a 5 miglia da al – Bab. La rappresaglia è avvenuta immediatamente dopo il sanguinoso attentato che ha sconvolto Istanbul la notte di Capodanno, dove sono morte 39 persone che stavano festeggiando l’inizio del nuovo anno. Inizialmente attribuito a una sola persona, sembra che in realtà l’attacco sia stato eseguito da un commando, che si è dato poi alla fuga. Per adesso gli inquirenti sono sulle tracce di una sola persona di origine asiatica e non si hanno notizie certe di altri complici.
L’allarme Isis ritorna e con forza anche in questo 2017, esattamente come si era chiuso il 2015 e come è stato vissuto l’intero 2016; attentati, attacchi, rivendicazioni, stragi e presunti obiettivi calcolati. La forza dello Stato Islamico, nonostante le sconfitte sul campo militare in Siria e in Iraq non si esaurisce e l’attentato di Istanbul il primo giorno dell’anno lo conferma; è poi giusto di ieri l’allarme lanciato dal ministro della sicurezza di Gran Bretagna in una intervista al Sunday Times di un possibile attentato in Inghilterra con armi chimiche. «L’ambizione di Isis o Daesh è decisamente quella di compiere attacchi che causino stragi di massa. Non hanno ostacolo morale a usare armi chimiche contro le popolazioni e, se potessero, lo farebbero in questo Paese. Il numero di vittime che potrebbe essere coinvolto sarebbe la peggior paura di tutti», riporta Ben Wallace nell’intervista. Non ci sono stati ancora piani specifici identificati o riconosciuti dall’intelligence ma resta un pericolo per questo nuovo anno che si apre, non esattamente sotto il segno tranquillo della pace in Europa.
Dopo 30 ore dall’Attentato di Istanbul dove 39 persone hanno perso la vita il primo giorno dell’anno, arriva la conferma dalla Turchia: potrebbe trattarsi di Isis dietro alla strage nella discoteca Reina, vista anche l’ultima rivendicazione fatta su internet dallo Stato Islamico (andrà come sempre verificata come in altre volte in passato dve le rivendicazioni avvenivano anche senza il coinvolgimento diretto del piano-Daesh). « L’attentatore – che ha fatto fuoco nel locale Reina, uccidendo 39 persone – “un eroico soldato del califfato”, si legge nella rivendicazione, ha colpito “il più famoso nightclub dove i cristiani stavano celebrando la loro festa apostatica”», si legge sul report di Repubblica questa mattina. Pare che l’attenatore ancor ricercato in tutta Europa sia legato alla stessa cellula che ha compiuto l’attentato lo scorso giugno all’aeroporto Ataturk, con 47 morti e un’ennesima scia di sangue provocata in tutta la Turchia. Allarme altissimo ancora in Europa con possibili nuovi attacchi anche nei prossimi giorni: il 2017 è cominciato nel peggior modo, la mano dell’Isis non solo è ancora presente dopo le sconfitte ad Aleppo e a Mosul in Medio Oriente, ma è ancora completamente pericolosa. (Niccolò Magnani)