Tante le iniziative per la festa della donna: screening gratuiti per il cuore, dibattiti, mostre, concerti per celebrare i valori delle donne, in contrasto benevolo al ricordo delle 129 operaie vittime in quel lontano 8 marzo 1908. Una lontananza solo apparente perché, delle svariate iniziative in programma ovunque, diverse pongono l’accento sui temi del disagio femminile e della depressione. Di queste, alcune risultano già in overbooking.
Una festa della donna inserita quest’anno in un contesto di crisi. Una crisi di valori soprattutto che ha portato al collasso economico e finanziario la cui origine è soprattutto etica. E per le donne? Tanta violenza.
Violenze che rimangono impunite se ristagnano nel silenzio di quattro mura oppure, anche se messe in luce a grancassa, si perdono nell’incertezza della pena. Violenze talvolta strumentalizzate da un coro unanime in un particolare giorno perché “fa notizia” e tutti devono cavalcare l’onda dell’audience. Spenti i riflettori, il problema rimane solo di quella donna e della sua personale battaglia quotidiana con ricordi indelebili. I dati del rapporto 2006 dell’ONU parlano chiaro: le violenze sulle donne più diffuse sono quelle che avvengono per mano di un familiare o di un partner. In Europa tra il 40% e il 50% delle donne subisce molestie sessuali sul luogo di lavoro e ben 192 Stati non puniscono la violenza sessuale, mentre solo 89 hanno leggi che puniscono le violenze familiari.
I problemi del disagio femminile hanno tante facce in continuo intrecciarsi tra le decisioni quotidiane relative alla famiglia, al lavoro, alla soddisfazione di bisogni ed alle richieste della nostra società sempre più povera di spirito e di valori.
Ben vengano quindi quelle associazioni ed osservatori che hanno iniziato a combattere assieme alle donne, tutti i giorni per tutto l’anno, ponendo l’accento su tematiche sanitarie, sociali, educazionali. Donne che agiscono e rappresentano altre donne comunicando e tessendo una rete di relazioni importanti, non solo per evidenziare i problemi ma predisponendo e divulgando strumenti utili per coinvolgere la società nella sua interezza.
L’8 marzo è un momento per fermarsi e riflettere insieme alle donne. Fermare un attimo la frenesia delle corse quotidiane e dare un sostegno, una parola, una testimonianza da lanciare al mondo attraverso tutti i canali di cui ora disponiamo.
Un importante consiglio: la rete è solo uno dei canali disponibili ed il valore della relazione non può essere sostituito dall’interazione tra se stessi e lo schermo di un pc.
(Sabrina Sperotto)