Badante sequestra anziana perché sente troppo caldo e la datrice di lavoro non vuole spegnere i termosifoni. E’ questo, in estrema sintesi, ciò che ha fatto una badante etiope, che per dieci ore ha dato letteralmente i numeri dando filo da torcere anche agli agenti della polizia, costretti a fare irruzione calandosi dal tetto. Come riportato da Il Messaggero, i fatti in questione si sono verificati a Roma, in zona Tomba di Nerone, precisamente in via Gregorio VII, nella villa in cui è residente la vedova di un imprenditore del settore arredamenti, purtroppo invalida a causa di una malattia che l’ha resa completamente dipendente di aiuto. La badante etiope, descritta da Il Messaggero come una donna sulla quarantina di bella presenza e apparentemente educata e rispettosa, era al terzo giorno di lavoro in casa: era stata assunta infatti a supporto di una collega nell’assistenza della donna. Alle due di notte tra sabato e domenica, però, ecco arrivare i primi segnali di insofferenza da parte dalla badante: l’etiope si sveglia e stacca il riscaldamento. “Qui non si riesce a dormire, fa troppo caldo”, dice. Ad invitarla a ripristinare il riscaldamento è la collega, più esperta sulle necessità dell’anziana, affermando che “la signora è inferma. Ed è abituata a una temperatura standard”. Ma la badante etiope non si arrende…



BADANTE SEQUESTRA ANZIANA CHE NON VUOLE SPEGNERE TERMOSIFONI

Le sue proteste aumentano di tono, fino a quando alle 7 del mattino la donna viene invitata ad abbandonare la villa se le disposizioni non sono di suo gradimento. E’ a questo punto che scatta il piano folle della badante africana: come riportato da Il Messaggero, la donna inizia a staccare le porte, a buttare all’aria tutto ciò che trova sulla sua strada e urla che lei non se ne andrà mai. Un concetto ribadito barricandosi in casa, obbligando la malcapitata proprietaria della villa, relegata su una sedia a rotelle e in quei frangenti impossibilitata anche ad alzarsi dal letto, a restare chiusa in una stanza con l’altra badante. Neanche l’intervento di un’amica della padrona di casa riesce a distendere gli animi. Si rende così necessario l’intervento della polizia, con gli agenti che decidono di calarsi dal tetto della villetta. L’etiope, però, guadagna tempo denudandosi: così, dal commissariato Monte Mario, arriva una terza volante con un’agente donna che possa avvicinarla in quelle condizioni. “Mi sono barricata perché volevano allontanarmi. Non volevo sequestrare la signora”, ha poi detto l’assistente, che, non contenta, ha preso a morsi un poliziotto nella villa e ne ha aggredito un altro in commissariato. Nella sua stanza sono state rinvenute diverse immagini sacre, in particolare statuette, madonnine. L’anziana che avrebbe voluto assumerla, assistita dall’avvocato Vittorio Balzani, valuterà se presentare una querela per la violenza subita, i danneggiamenti, e far valutare l’ipotesi del sequestro, seppure non prolungato. Il caso, come riportato da Il Messaggero, ricorda quello che ad aprile ha visto protagonista un badante peruviano che per due anni aveva torturato il suo assistito, un romano di 50 anni affetto da disturbi psichici. Un calvario anche più grave vista la durata, e finito solo perché la vittima era riuscita a fuggire dalla ferrea vigilanza del suo aguzzino, bussando alle 6 del mattino al vicino di casa della sua residenza a Nuovo Salario. Col volto insanguinato aveva detto: “Mi aiuti. Ho paura”.

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