Se si partisse domani con la realizzazione di nuove centrali nucleari, 26 milioni e mezzo di italiani darebbero il via libera. Lo rileva un sondaggio della Confesercenti secondo cui il 54% popolazione adulta è favorevole, il 36% in disaccordo. «La bocciatura degli antinuclearisti – spiega la Confesercenti – è resa più evidente dal fatto che il sì è il frutto di un’indagine partita dopo le recenti notizie degli incidenti in terra francese».
L’82% boccia senza mezzi termini la scelta di sfruttare energia nucleare da nuove centrali costruite in paesi limitrofi, scelta che trova invece solo l’11% favorevole. Più complicata invece si rivela la coabitazione con una centrale nucleare. In questo caso la distanza di sicurezza fra la propria abitazione e una centrale è risultata in media di 250 chilometri. Anche se c’è un 39% del campione che accetterebbe la presenza di una centrale nucleare a brevi distanze che partono da un minimo di un chilometro (solo il 2%) fino ad un massimo di 100 chilometri.
Ma quasi un quarto degli italiani, esattamente il 23%, continua a non fidarsi e vorrebbe la nuova centrale abbondantemente lontana dalla sua zona, ovvero distante più di 500 chilometri.
«Il caro petrolio, le tensioni internazionali, ma anche le bollette più pesanti stanno provocando un’evoluzione evidente nella cultura e nei comportamenti pratici – aggiunge la Confesercenti – l’81% degli intervistati dichiara di avere adottato sistemi o abitudini a favore del risparmio energetico».
Si spiega così il boom delle nuove lampadine a basso consumo (il 96% dice di averle nelle propria abitazione). E si spiega così anche il radicamento di criteri più saggi nell’uso dell’energia come il controllo di luci, spie luminose (l’82% le spegne), il termostato (l’89% lo regola), l’acqua calda e gli altri elettrodomestici. Sono in minoranza invece gli italiani che hanno già adottato un sistema di isolamento termico: sono solo il 37% del campione. Secondo la Confesercenti da questi dati «emerge il fatto che sul nucleare è ora di finirla con i veti, ma la parola d’ordine deve essere semmai sicurezza».



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