Il consiglio dei ministri ha iniziato ad esaminare il caso di Eluana Englaro. La discussione si sta prolungando in attesa che arrivino comunicazioni dal Quirinale. È quanto si apprende da fonti governative. Intanto prendono il via i primi commenti. «Siamo alla follia: non si curano i vivi perché clandestini e si vuole imporre addirittura per decreto la tutela a tutti i costi di una vita che non è più vita»: è il giudizio della presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, a proposito della vicenda Eluana e delle recenti disposizioni in materia di immigrazione che impongono ai medici di segnalare i clandestini.



«Non mi pare di vedere in queste ore abbastanza rispetto per chi sta vivendo da diversi anni una condizione tragica di fronte alla quale nessuno di noi avrebbe certezze assolute». Lo ha detto Piero Fassino a Cagliari per un incontro elettorale. «Bisogna avere due riferimenti in caso così drammatico – ha spiegato l’esponente del Pd – Il primo è un sentimento di rispetto e di umana pietà per Eluana, per la sua famiglia. Un atteggiamento che non faccia violenza e che soprattutto non venga usato strumentalmente. In secondo luogo ci sono dei riferimenti di legge che sono stati già esplicitati: la sentenza della corte di Cassazioni e numerose altre sentenze degli organi di giustizia che autorizzano i medici, che hanno la responsabilità umana e professionale, a prendere le misure necessarie perché questa tragedia non si traduca in disumano accanimento terapeutico».



Di tutt’altro avviso il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, torna a sollecitare il governo su un intervento d’urgenza per bloccare lo stop all’alimentazione e all’idratazione per Eluana Englaro. «Mi auguro che il governo trovi la determinazione e il coraggio – ha detto Formigoni a margine di un incontro sulla competitività a Milano – per un decreto d’urgenza, anche andando incontro al parere assolutamente maggioritario all’ interno del Parlamento». Secondo il governatore, infatti, l’intervento dell’esecutivo é fondamentale «perché non è possibile che sia lasciato perpetrare nel nostro Paese un atto di barbarie che è assolutamente contrario alla nostra tradizione giuridica, legislativa e culturale». Convinto che «il governo troverà la via giusta tra i mille cavilli giuridici che devono essere tenuti in considerazione», il presidente lombardo ha anche fatto riferimento ai disegni di legge presentati in merito alla cosiddetta legge di fine vita: «sono tutti disegni – ha concluso – che impedirebbero di ricorrere a questa formula estrema, a questa vera e propria forma di eutanasia».



«È un caso che turba la coscienza di milioni di italiani» così invece, il presidente del Senato, Renato Schifani, a margine dell’inaugurazione della nuova sede dell’Ordine dei giornalisti a via Parigi, commenta la vicenda che occupa le prime pagine dei giornali e ribadisce la necessità di approvare un testo condiviso sul testamento biologico che è all’esame del Senato. «La drammaticità e l’immediatezza di determinate scelte – osserva Schifani – pone tutti noi dinnanzi a momenti particolarmente delicati e conflittuali all’interno delle nostre coscienze». «Una persona che è nutrita e idratata e quindi per sopravvivere non ha bisogno di farmaci – si chiede il presidente del Senato – può vedere interrotta la propria vita? Questo è il caso di coscienza umana sul quale il Senato sta riflettendo con una iniziativa legislativa».

Se «un atto della politica» può salvare una vita, anche una sola, «andrebbe compiuto e sostenuto»: lo afferma il quotidiano Avvenire in una breve nota siglata “Av”, e quindi riconducibile alla direzione, in cui il giornale dei vescovi critica una affermazione fatta ieri dal vicepresidente del Senato ed ex ministro del Pd Vannino Chiti, che aveva definito un eventuale decreto per salvare Eluana Englaro “un errore assoluto”. Il decreto, aveva detto Chiti e ricorda oggi Avvenire, si configurerebbe come un «provvedimento ad personam», capace di “interrompere” il confronto parlamentare sulla legge sul fine vita. Tesi del tutto contraria a quella dei vescovi, secondo cui «a rischio di “interruzione”, qualunque cosa Chiti argomenti, non è la lavorazione di un testo di legge, ma la vita di una donna. Con una manciata di parole, in un colpo solo – è la severa critica di Avvenire – l’ex ministro del Pd è riuscito a sfoggiare vecchi panni ideologici e a smettere la sua recente mascherina di ecumenico buonismo, alla quale avevamo creduto via via meno e ormai quasi per nulla. Se un atto della politica fosse davvero necessario per salvare una vita, anche una sola -conclude l’articolo – andrebbe compiuto e sostenuto. Anche una vita basta». Il quotidiano della Cei dedica al caso Englaro molti servizi, tra i quali l’apertura e l’editoriale di prima pagina che riferisce della notte appena passata alla clinica “La Quiete” di Udine, dove – secondo Lucia Bellaspiga che firma l’articolo – Eluana avrebbe a lungo tossito, forse percependo con un segno di vigilanza, sostiene Avvenire, di essere in un luogo diverso, «squassando così le prime coscienze».

Una Santa messa “per Eluana” è stata celebrata questa mattina proprio davanti alla casa di riposo di Udine. La messa – cui hanno partecipato alcune decine di fedeli – è stata voluta dall’Associazione Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi. Davanti alla clinica sono stati esposti cartelli con la scritta “lasciateci vivere” e “Berlusconi salva Eluana”.