La terra trema e torna la paura. Perché chi ha vissuto il terremoto del 6 aprile e ha sentito la scossa lunedì sera è scappato via. Chi ha dormito in macchina, chi ha preferito tornare nelle tendopoli. Comunque paura. Difficile capire cosa succederà ora. Non ci sono stati danni a cose e persone, e questa è una fortuna. Ma era già difficile ricominciare prima, ancora di più lo è oggi. La gente non sa a chi chiedere, cosa chiedere.
La scorsa notte il terrore era una scossa più forte dopo la prima, così come era avvenuto il 6 aprile. Si rimane in attesa. Ci si convince, e bisogna convincersi, che l’emergenza appartiene al passato. Ora si guarda a come ricominciare nella normalità. La normalità di vivere incontrando gli amici, dedicandosi al lavoro e, perché no, programmando le vacanze, se si può.
«Avevo convinto i miei genitori a tornare all’Aquila, non ce la fanno più a vivere sulla costa», mi ha raccontato Paola. «La nostra casa è stata dichiarata agibile, dopo tante traversie ci hanno anche riattaccato il gas. Adesso non vogliono tornare e anche io sono rimasta in macchina. Ho pregato tutta la notte, qua si rischia di impazzire se non ci si affida a qualcosa di più grande. Non ho più il coraggio di riportarli in città, non voglio sentirmi responsabile delle loro paure, meglio le difficoltà di vivere in una stanza d’albergo, senza una casa tua dove poterti muovere». Come lei tante altre persone che non sanno come muoversi.
Giornate difficili anche per il mio lavoro: la città, in vista del G8, è sempre più militarizzata. Sempre più difficile riuscire a parlare con la gente, entrare nelle tendopoli. Forze dell’ordine a ogni angolo. Forse entro poche settimane avrò il container è anche io riuscirò a programmare meglio le mie giornate che vivono sempre alla rinfusa. In queste settimane ho avuto modo, però, di conoscere tante persone, allacciare rapporti che non ci sarebbero mai stati senza il terremoto del 6 aprile. Ma ogni giorno, quando viaggio verso Teramo sui viadotti c’è il timore di una scossa.
Il segnale che si guarda al futuro è che il piccolo tratto verso Piazza Duomo rimane aperto, a dispetto del terremoto, delle scosse. La città rinasce grazie agli aquilani che hanno amore per la loro città, che vogliono ricordare le tante vittime con l’impegno quotidiano, nonostante le difficoltà.
(Fabio Capolla – Giornalista de Il Tempo)