Nicolò Pollari e Marco Mancini sono stati prosciolti dalle accuse in merito al sequestro di Abu Omar, perché non imputabili in base al segreto di Stato.

Nicolò Pollari, ex direttore del Sismi, e Marco Mancini, funzionario anch’esso dei servizi segreti, sono stati prosciolti dalle accuse in merito al sequestro di Abu Omar, in quanto non imputabili a causa del segreto di Stato. Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Milano, confermando la sentenza di primo grado. Per il medesimo motivo, gli altri tre agenti del Sismi sono stati prosciolti, mentre Pio Pompa e Luciano Seno, accusati solamente di favoreggiamento, hanno visto la loro pena ridotta da tre anni a due anni e otto mesi, e non dovranno risarcire i danni in solido con gli altri imputati.



Il generale Nicolò Pollari si è detto «molto soddisfatto. Gli ha fatto eco il suo avvocato, dichiarando: «Pollari è molto soddisfatto, perché ha allontanato l’amaro calice. Avrebbe potuto andare incontro a una condanna anche da innocente».

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Il legale ha, poi, precisato che Pollari «avrebbe potuto dimostrare la sua innocenza nel processo, se la vicenda non fosse stata coperta dal segreto di Stato». Revocate, invece, ai 23 agenti della Cia, le attenuanti generiche. Gli agenti sono stati punti con sette anni di carcere, invece dei cinque inflitti nel primo grado. All’ex capocentro della Cia di Milano, Robert Seldon Lady, sono stati dati nove anni.



 

La Corte d’appello ha confermato, infine, il risarcimento di 1,5 milioni di euro per l’ex Imam la moglie – 1 milione di euro per Abu Omar e 500 mila euro per sua moglie -, a carico degli agenti della Cia.

 

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