Il Papa, in uno dei passaggi più significativi del messaggio afferma che i cristiani sono il gruppo religioso più perseguitato al mondo.
I cristiani, oggi, sono il gruppo religioso più perseguitato al mondo. La violenza da loro subita è fisica, si concretizza in atti di sopraffazione e angherie materiali, ma non solo. Vi è una forma più subdola, che non porta alla morte del corpo, ma può uccidere la conoscenza della propria fede. E’ il significato di uno dei passaggi più significativi del messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondale della Pace, prevista per il primo gennaio, dal titolo “Libertà religiosa, via per la pace”.
Nel testo, reso noto oggi, il Pontefice invita i governanti e le Nazioni unite ad adoperarsi con leggi che non tollerino il fanatismo religioso o antireligioso, e a promuovere la libertà di religione e la difesa delle minoranze.
«I cristiani sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede. Il fondamentalismo religioso e il laicismo sono forme speculari ed estreme di rifiuto del legittimo pluralismo e del principio di laicità», scrive il Papa. Non esistono solamente «persecuzioni, discriminazioni, atti di violenza e di intolleranza», ma pure «forme più sofisticate di ostilità contro la religione». Tali forme, «nei Paesi occidentali si esprimono talvolta col rinnegamento della storia e dei simboli religiosi nei quali si rispecchiano l’identità e la cultura della maggioranza dei cittadini».
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Non può essere tollerato, perché offende Dio e la natura umana, e rappresenta una minaccia alla sicurezza e alla pace, il fatto che «tanti subiscono quotidianamente offese e vivono spesso nella paura a causa della loro ricerca della verità, della loro fede in Gesù Cristo e del loro sincero appello perché sia riconosciuta la libertà religiosa». Secondo Ratzinger, inoltre, è «doloroso constatare che in alcune regioni del mondo non è possibile professare ed esprimere liberamente la propria religione, se non a rischio della vita e della libertà personale».
In particolare, «l’ordinamento giuridico a tutti i livelli, nazionale e internazionale, quando consente o tollera il fanatismo religioso o antireligioso – continua Benedetto XVI -, viene meno alla sua stessa missione, che consiste nel tutelare e nel promuovere la giustizia e il diritto di ciascuno». Tali realtà, secondo Ratzinger, «non possono essere poste in balia dell’arbitrio del legislatore o della maggioranza, perché, come insegnava già Cicerone, la giustizia consiste in qualcosa di più di un mero atto produttivo della legge e della sua applicazione».