Benedetto XVI ha incontrato i rappresentanti del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nelle sue parole, il papa ha posto l’accento sulla persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, rivolgendosi ai capi di quelle nazioni: “Tra le norme che ledono il diritto delle persone alla libertà religiosa, una menzione particolare dev’essere fatta della legge contro la blasfemia in Pakistan: incoraggio di nuovo le Autorità di quel Paese a compiere gli sforzi necessari per abrogarla, tanto più che è evidente che essa serve da pretesto per provocare ingiustizie e violenze contro le minoranze religiose. Il tragico assassinio del Governatore del Punjab mostra quanto sia urgente procedere in tal senso: la venerazione nei riguardi di Dio promuove la fraternità e l’amore, non l’odio e la divisione”.
I capi religiosi musulmani ha detto il Pontefice devono “operare affinché i loro concittadini cristiani possano vivere in sicurezza”. “Guardando verso l’Oriente – ha quindi detto il Pontefice – gli attentati che hanno seminato morte, dolore e smarrimento tra i cristiani dell’Iraq, al punto da spingerli a lasciare la terra dove i loro padri hanno vissuto lungo i secoli, ci hanno profondamente addolorato. Rinnovo alle Autorità di quel Paese e ai capi religiosi musulmani il mio preoccupato appello ad operare affinché i loro concittadini cristiani possano continuare ad apportare il loro contributo alla società di cui sono membri a pieno titolo”.
"Anche in Egitto, ad Alessandria – ha proseguito il Pontefice, riferendosi all’attentato della notte di Capodanno – il terrorismo ha colpito brutalmente dei fedeli in preghiera in una chiesa. Questa successione di attacchi è un segno ulteriore dell’urgente necessità per i Governi della Regione di adottare, malgrado le difficoltà e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose".
Benedetto si è rivolto anche alle autorità europee: "E’ una manifestazione dell’emarginazione della religione e, in particolare, del cristianesimo il fatto di bandire dalla vita pubblica feste e simboli religiosi, in nome del rispetto nei confronti di quanti appartengono ad altre religioni o di coloro che non credono. Agendo così – ha detto il Papa -, non soltanto si limita il diritto dei credenti all’espressione pubblica della loro fede, ma si tagliano anche radici culturali che alimentano l’identità profonda e la coesione sociale di numerose nazioni".
Il Papa ha parlato anche di scuola: Per Benedetto XVI è "preoccupante" che il "servizio che le comunità religiose offrono a tutta la società, in particolare per l’educazione delle giovani generazioni, sia compromesso o ostacolato da progetti di legge che rischiano di creare una sorta di monopolio statale in materia scolastica, come si constata ad esempio in certi Paesi dell’America Latina. Riconoscere la libertà religiosa significa anche garantire che le comunità religiose possano operare liberamente nella società, con iniziative nei settori sociale, caritativo od educativo. In ogni parte del mondo, d’altronde, si può constatare la fecondità delle opere della Chiesa cattolica in questi campi". "Esorto tutti i governi – ha aggiunto – a promuovere sistemi educativi che rispettino il diritto primordiale delle famiglie a decidere circa l’educazione dei figli e che si ispirino al principio di sussidiarietà, fondamentale per organizzare una società giusta".