Il Papa si è detto preoccupato dell’educazione sessuale impartita in alcuni Paesi europei, contraria alla libertà religiosa.
Il Papa, parlando al Corpo Diplomatico riunito nella Sala Regia ha chiesto, rivolto a tutti i governi, di «promuovere sistemi educativi che rispettino il diritto primordiale delle famiglie a decidere circa l’educazione dei figli e che si ispirino al principio di sussidiarietà, fondamentale per organizzare una società giusta». Benedetto XVI, poi, ha ribadito la necessità di «garantire che le comunità religiose possano operare liberamente nella società, con iniziative nei settori sociale, caritativo od educativo».
Ratzinger, poi, ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che «l’educazione delle giovani generazioni, sia compromesso o ostacolato da progetti di legge che rischiano di creare una sorta di monopolio statale in materia scolastica, come si constata ad esempio in certi Paesi dell’America Latina», proprio nel periodo in cui «parecchi di essi celebrano il secondo centenario della loro indipendenza, occasione propizia per ricordarsi del contributo della Chiesa Cattolica alla formazione dell’identità nazionale».
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Altro tema fondamentale toccato dal Papa quello «dell’educazione sessuale e civile impartita nelle scuole di alcuni Paesi europei» che «costituisce una minaccia alla libertà religiosa». Il Pontefice, lanciando l’allarme in tal senso, ha poi aggiunto: «proseguendo la mia riflessione non posso passare sotto silenzio un’altra minaccia alla libertà religiosa delle famiglie in alcuni Paesi europei, là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un’antropologia contraria alla fede e alla retta ragione».