I genitori dell’adolescente di 13 anni che ha partorito si sono detti convinti che la nascita della piccola sia, nonostante tutto, un lieto evento.
Una bambina di 13 anni ha partorito una piccola. Il padre è un compagno di scuola di 16 anni. La storia è ormai nota. La bimba è stata data alla luce nell’ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari), dove la neomamma è stata ricoverata dal 20 al 27 dicembre. Un taglio cesareo, per evitare alle due sofferenze, e poi, due giorni dopo Natale, di nuovo a casa, a Cassano delle Murge, piccolo paesino del barese con 13.000 anime. Quel che ancora era ignoto, erano i contorni della vicenda. Si presagiva che si trattasse di una storia di degrado e abbandono. Pare non sia così.
Posto che quello che è accaduto, ovviamente, data la giovanissima età dei neogenitori non rappresenti l’ordine naturale delle cose, fortuna vuole che la bimba crescerà in un ambiente sano. Almeno, stando ad alcune dichiarazioni dei nonni, che sono ristoratori e appartenenti alle forze dell’ordine. «Ora lasciateli perdere questi ragazzi, io non capisco il perché di questo clamore, è successo, prima succedeva molto spesso, non dico che fosse la normalità ma era frequente, ma anche a quest´età può accadere di avere un bambino. La nostra è una famiglia sana, sapremo dare tanto amore», dice una delle nonne, mentre uno dei nonni, precisando che a nessuno, in famiglia, è mai passato per la mente di ricorrere all’interruzione di gravidanza, afferma: «Nessuno ha mai pensato di rifiutare questo dono, non si chiude la porta alla felicità. Questa è una storia di amore, amore e amore, lo scriva con la A maiuscola: l´amore, si sa, che non ha età».
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Per quanto riguarda la neonata, i genitori la cresceranno assieme, vivendo accanto ma non insieme. «Non le mancherà nulla: dove non arrivano i nostri figli, ci saremo noi», ribadisce uno dei nonni. Intanto, la Procura sta compiendo gli accertamenti di rito per capire se le famiglie saranno in grado di occuparsi della piccola o se sarà necessario darla ai servizi sociali. Per questo, i nonni e i genitori saranno ascoltati dai magistrati minorili. Dall’ospedale, nel frattempo, rivelano di «non avere alcun imbarazzo rispetto alla vicenda: la nascita è sempre una festa» e che «in situazioni come queste spesso intervengono i servizi sociali: ma qui ci troviamo davanti a una famiglia normale. Non si poteva certo prevenire una situazione di questo tipo».