Oggi la Chiesa cattolica celebra Pietro Canisio, santo e dottore della Chiesa. Nato a Nimega, l’8 maggio del 1521, fu il primo gesuita a provenire dall’Olanda, allora facente parte nel Sacro Romano Impero. Figlio del Borgomastro di Nimega, cittadina del ducato di Gheldria. Ebbe modo di studiare diritto canonico a Lovaino e civile a Colonia, dove trascorrendo buona parte del suo tempo libero nel monastero dei certosini, da lui particolarmente amato, si imbatterà in uno scritto che gli cambierà per sempre la vita: il libretto degli Esercizi spirituali di Sant’Ignazio da Loyoa. Dopo la pratica compiuta presso la direzione di padre Faber, a Magonza, venne annoverato tra i seguaci di Sant’Ignazio di Loyola, nella compagnia di Gesù, il giorno del suo 22esimo compleanno. In quanto primo provinciale dell’ordine dei Gesuiti in Germania, ebbe un ruolo molto importante nella Controriforma, resasi necessaria in seguito alla riforma protestante.



Fu chiamato, in particolare, nel gennaio del 1947 su richiesta del vescovo di Augusta, il cardinale Otto Truchsess von Waldburg, a prendere parte al Concilio di Trento. Negli anni successivi, insegnò teologia presso l’Università di Ingolstadt, di cui divenne anche rettore. Da 1554 al 1555 amministrò la diocesi di Vienna, dove fu ricordato per anni per le folle che le sue orazioni radunava presso il Duomo di Santo Stefano. In quegli anni diffuse anche gli insegnamenti del concilio, specie nella Germani meridionale, invitato a compiere una tale missione da Papa Gregorio XIII e con il pieno appoggio dell’imperatore Ferdinando I. Gli veniva riconosciuta una particolare cortesia. Soleva definire le eresie e gli errori dottrinali nuove dottrine. Nel 1555 realizzò un catechismo. La Summa doctrinae christianae, ideato per ribadire l’ortodossia cattolica in risposta all’eresia luterana. Ebbe un tale successo che, quando ancora era in vita, fu ristampata 2 volte. A lui si deve la pubblicazione delle opere di San Cirillo di Alessandria, di San Leone Magno, di San Girolamo e di Osio di Cordova. 



Quando Papa Pio V gli offrì di crearlo cardinale, declinò gentilmente l’invito, pregandolo di lasciarlo al suo umile ministero. A lui si deve, infine, anche la fondazione, nel 1580 in Svizzera, a Friburgo, del collegio di Sankt Michael, nella chiesa del quale, alle sua morte, fu seppellito.

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