Un Paese dove c’è ordine, ricchezza ed efficienza. Ma, al contempo, una grande povertà nelle relazioni umane e «nell’ambito religioso». Così Benedetto XVI, nel suo terzo viaggio apostolico in Germania, si è rivolto a Friburgo ad una delegazione del Comitato centrale dei cattolici tedeschi, associazione che raccoglie i cattolici laici tedeschi, parlando della Germania. Il Pontefice ha descritto la situazione affermando l’esistenza di un «relativismo subliminale che penetra tutti gli ambiti della vita» e di un «eccessivo individualismo»,  che rende incapaci di «fare un sacrificio per gli altri». Il che si traduce, ad esempio, nella mancanza di fedeltà nei matrimoni o nell’impegno sempre minore per i poveri e i bisognosi.



Allargando l’orizzonte, Ratzinger ha analizzato il problema della distanza che sussiste, nel «nostro mondo ricco e occidentale», tra le persone e le istituzioni religiose «Ma perché?» si è domandato, sottolineando come la questione rappresenti la sfida fondamentale che dovrà affrontare il Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione.  Ma non solo: «Essa, ovviamente, riguarda tutti noi». Riferendosi nuovamente alla sua Germania, la lanciato una drammatica esortazione. «La Chiesa è organizzata in modo ottimo», ha detto. «Ma, dietro le strutture, vi si trova anche la relativa forza spirituale, la forza della fede in un Dio vivente? Sinceramente dobbiamo però dire che c’è un’eccedenza delle strutture rispetto allo Spirito». Passando ancora una volta dalla Germania al mondo, si è detto convinto che la crisi della Chiesa in Occidente coincida con una vera e propria crisi della fede. Senza un rinnovamento in essa, «tutta la riforma strutturale resterà inefficace».



Soffermandosi su quelle persone cui «manca l’esperienza della bontà di Dio», ha spiegato che occorrono luoghi in cui questi possano parlare «della loro nostalgia interiore». E’ in questo contesto che è necessario comprendere quali nuove vie dell’evangelizzazione intraprendere. «Una di queste vie potrebbe essere costituita dalle piccole comunità, dove si vivono amicizie, che sono approfondite nella frequente adorazione comunitaria di Dio».

Secondo il Papa la fede può riscoprirsi nei luoghi del vivere quotidiano, nella case, nelle famiglie, sui posti di lavoro, tra amici o conoscenti che si incontrano per raccontare «le loro piccole esperienze di fede nel posto», «testimoniando, in tal modo, una nuova vicinanza della Chiesa alla società». Infine ha concluso ricordando come sia fondamentale il «collegamento con la linfa vitale dell’Eucaristia, perché senza Cristo non possiamo far nulla». Tutto ciò ha rappresentato la risposta di Ratzinger a numerose richieste provenienti dal dissenso cattolico tedesco, come da alcune fazioni dello stesso Comitato Centrale dei Cattolici tedeschi; questioni decennali, come il sacerdozio femminile, l’abolizione del celibato e l’elezione dei vescovi. Benedetto XVI ha, in sostanza, risposto senza mai citarle ma ricordando come il problema non sia nelle strutture o nell’ organizzazione ma nella mancanza di fede. 



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