Il naufragio del traghetto Concordia al largo dell’isola del Giglio ha un bilancio ancora tutto da verificare. Se i morti accertati al momento sono infatti tre e quattordici i feriti, ci sarebbero ancora ben settanta persone disperse, e le molte ore passate dal momento della collisione dell’imbarcazione fanno pensare sia molto difficile trovarle ancora in vita. La nave è infatti quasi completamente sommersa dalle acque, ripiegata su di un fianco, ed è assai probabile che i dispersi siano rimasti intrappolati nei piani inferiori del Concordia senza riuscire a essersi messi in salvo. I tre morti invece sono tre persone annegate nella confusione dei primi momenti, quando le persone cercavano di mettersi in salvo dopo la collisione con uno scoglio che ha squarciato la fiancata dell’imbarcazione. In tutto il traghetto si trovavano ieri sera 4.229 persone e al momento ne risultano verificate solo 4.179. Le cifre sono naturalmente tutte da esaminare perché il prefetto di Grosseto ad esempio ha rilasciato numeri diversi: 4.234 persone a bordo di cui 70 ancora mancanti. La compagnia proprietaria della nave, la Costa Imbarcazioni, ha rilasciato la lista dei passeggeri divisi per nazionalità: 989 italiani, 569 tedeschi, 462 francesi, 177 spagnoli, 129 americani e 127 croati. Cinquantasei persone sono di altre nazionalità mentre il personale di bordo è di 1.013 persone. Al momento personale di soccorso sta ispezionando la nave alla ricerca dei dispersi. Il comandante del Concordia, Franco Schettino, è stato sottoposto a interrogatorio. E’ stata infatti aperta una inchiesta per naufragio, disastro e omicidio colposo anche se al momento non ci sono indagati. Tutto è successo all’ora di cena: l’impatto e la corrente elettrica che viene a mancare. Quindi l’ordine di dirigersi per precauzione verso le scialuppe di salvataggio, operazioni che secondo le prime testimonianze non sono state effettuate con la dovuta coordinazione, ma anzi da personale che sarebbe sembrato inesperto. In questa situazione, lo scafo che comincia a inclinarsi sempre di più, il panico e diversi passeggeri che finiscono in mare. La compagnia di navigazione tramite il direttore generale smentisce che le operazioni non siano state effettuate nei modi dovuti: “Le procedure di sicurezza previste in questi casi sono state eseguite nei tempi corretti, e corretta è stata anche la decisione del comandante di evacuare la nave Concordia quando ha ritenuto che ci fossero le condizioni di sicurezza”.
Foto Infophoto
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