Si è spento a Castiglione della Pescaia, all’età di 85 anni, Carlo Fruttero, giornalista, scrittore e traduttore. Nato a Torino nel 1926, Fruttero comincia la sua attività principalmente attraverso l’amicizia con Franco Lucentini, incontrato nel 1952, con cui firma numerose collaborazioni giornalistiche, traduzioni e romanzi, soprattutto di genere poliziesco. I due esordiscono con Urania, collana di fantascienza diretta dal 1961 al 1986 per Mondadori, ma il primo grande successo è il giallo “La donna della domenica”, del 1972, ambientato a Torino, da cui Luigi Comencini trasse il celebre film, recentemente riportato sullo schermo da Giulio Base. I due firmarono insieme anche “A che punto è la notte”, del 1979, un altro romanzo giallo sempre per Mondadori, mentre nel 1985 nasce la raccolta di brani e articoli “La prevalenza del cretino”. Carlo Fruttero smise di scrivere per qualche anno dopo il suicidio di Franco Lucentini, nel 2002, da tempo malato di tumore ai polmoni, ma tornò alla ribalta nel 2006 con “Donne informate sui fatti”, romanzo che guadagnò la finale del premio Campiello. Nel 2007 Fruttero ottenne il Premio Chiara alla carriera, mentre tre anni dopo, nel 2010, gli fu assegnato anche lo stesso Premio Campiello, sempre alla carriera. A novembre dell’anno scorso, nel corso della trasmissione “Vieni via con me”, l’attore Luca Zingaretti e il conduttore Fabio Fazio lessero una riflessione ironica di Fruttero sul tema della vecchiaia, un elenco che raccoglieva i vantaggi di questo periodo della vita. Sono infatti da ricordare alcuni punti, otto in totale: «Passati gli ottant’anni – scriveva Fruttero – nessuno osa più scrivere di te “il vecchio Fruttero”, ancor meno “l’anziano Fruttero”. Così si passa a un sinonimo lusinghiero: “il grande Fruttero”. Per far capire che è solo un modo di dire, si può ricorrere a un superlativo: il “grandissimo” Fruttero, che qui saluta e lascia la scena col suo più bel sorriso». Con la solita ironia, Fruttero aveva anche scritto: «Un vecchio è il solo ad avere i titoli per parlar male della sua età. Potrà dire: “Mi fanno ridere questi precari. E io allora, che sono più di là che di qua?” Potrà chiudere con “Non ne posso più di tutta questa vecchiaia”, ottenendo un sorriso comprensivo».
E ancora: «Un vecchio può continuare a fumare tranquillamente. Ormai tutti i suoi terapeuti concordano nel dire che smettere sarebbe peggio», mentre un altro vantaggio della vecchiaia, scriveva Fruttero, è quello di «guidare contromano per 14 Km sull’autostrada, di notte. Ti tolgono la patente, ma vuoi mettere la soddisfazione?».