Il naufragio del Costa Concordia oltre al numero di persone morte (ancora non precisato) si lascia indietro molti interrogativi e molti dubbi. Non solo il discorso, che sembra parzialmente appurato, del rischio del passaggio di navi tale grandezza vicino alle coste per motivi per di più futili come l’offrire uno spettacolo panoramico a chi è a terra e a chi è sulla nave stessa, ma anche domande legate alla sicurezza stessa dei passeggeri e del personale a bordo. Il numero di persone infatti che le moderne imbarcazioni da crociera può contenere è impressionante: se pensate che gli oltre 4mila passeggeri a bordo del Concordia fossero molti, pensate allora che ci sono altre navi che possono contenere oltre 6mila passeggeri. Con i relativi membri dell’equipaggio si arriva dunque a cifre che sfiorano le 8mila persone. Qualcuno ha allora posto questo interrogativo: come è pensabile di mettere in salvo contemporaneamente così tante persone? Se un naufragio dovesse accadere non a pochi metri dalla costa come è stato il caso del Concordia, ma in mezzo all’oceano e in condizioni climatiche estreme, come una tempesta? Si potrebbe davvero pensare di mettere in salvo tutte le migliaia di persone in poco tempo? Secondo l’ingegnere navale Giovanni Bizzarri, contattato da IlSussidiairo.net, fondamentale in tali casi ancor più dell’equipaggiamento tecnico di salvataggio, è l’adeguato addestramento del personale. “Il numero dei passeggeri può oggi essere così alto che realmente in caso di incidente grave si corre il rischio che si possa mettere in salvo un numero limitato di persone”. E’ altresì vero, aggiunge, che oggi i sistemi di sicurezza hanno fatto passi davvero da gigante in beve tempo.
Non è eccessivo il numero di persone che oggi una nave da crociera può contenere? Non sarebbe forse il caso di ridurlo?
E’ vero che nel tempo le dimensioni dei passeggeri sono cresciute continuamente. Ciò è dovuto essenzialmente a un ragionamento di economia di scala, per rendere cioè le crociere accessibili a un gran numero di persone. Solo aumentando i passeggeri si può ottenere una riduzione dei costi. Non a caso fino a qualche tempo fa le crociere erano limitate a un numero ridotto di persone che aveva la disponibilità economica di potersele permettere.
Ma quanta è la sicurezza effettiva per chi viaggia su questi grattacieli del mare?
Dal punto di vista della sicurezza le normative prendono spunto dagli incidenti precedenti per mettere in atto continui miglioramenti. E negli ultimi tempi ne sono stati fatti davvero tanti.
Ad esempio? Ci citi un caso particolare.
Gli incendi. Per la protezione al fuoco esistono standard elevatissimi, le navi sono coibentate, cioè dispongono di pannelli isolanti, che garantiscono dei sistemi di protezione passiva al fuoco. Se scoppia un incendio non è che si propaga immediatamente per tutta la nave, è tutto studiato in modo che esso rimanga confinato per il tempo sufficiente nel punto dove si è verificato in modo da consentire alle persone di evacuare. E’ logico che più persone ci sono su una nave e più è difficile l’evacuazione però è anche vero che il numero di persone di equipaggio è deciso in modo comparativo rispetto al numero dei passeggeri.
A vedere le immagini dell’evacuazione del Concordia però sembrava che la fase di evacuazione fosse piuttosto caotica, con centinaia di persone stipate in piccoli corridoi che avevano una uscita assai limitata verso l’aperto.
Ciò dipende molto dall’addestramento dell’equipaggio a bordo, è fondamentale averlo addestrato per fare le operazioni nel più breve tempo possibile. Nel caso del Concordia si può forse dire che dal punto di vista generale sono forse partiti in ritardo con l’allarme, hanno infatti atteso circa un’ora contribuendo così a formare code e affollamenti dei passeggeri. Però direi che da quanro si è visto il personale del Concordia ha agito piuttosto bene.
Ma a fronte di qualcosa come tredici piani di altezza di una nave del genere, le scialuppe di salvataggio sono posizionate tutte su un unico piano? Questo non rende difficoltosa l’evacuazione?
Sì le scialuppe sono posizionate tutte alla stessa altezza, ma in senso longitudinale, cioè per tutta la lunghezza generale della nave perciò con molti punti di sbocco. Teniamo conto che ci sono due tipi di mezzi di salvataggio, le scialuppe appunto e le zattere di salvataggio che sono quelle che si gonfiano automaticamente appena toccano l’acqua. Queste si possono gettare anche da altri punti della nave. Ecco perché è necessario avere del personale addestrato più che bene.
In questo senso c’è una regola precisa se non sbaglio.
Nel primo giorno dalla partenza bisogna fare subito una esercitazione generale di evacuazione della nave.
Chi decide tutte queste normative di sicurezza?
Esiste una società internazionale, la Imo, International Maritime Organization, che dal punto di vista tecnico si occupa attraverso comitati permanenti uno per l’antinquinamento e uno per la sicurezza della vita umana in mare, di legiferare e fare normative a cui poi tutti si devono attenere. Da questo punto di vista si sono fatti nel tempo passi da gigante.
Il rischio rimane, comunque.
Certo, bisogna esserne consapevoli. E’ un po’ come con gli aeroplani: si cerca di stare attenti alla prevenzione, a far diventare l’aereo sempre più sicuro se però poi cade o c’è un incendio a bordo…