Sono tanti i nomi che ruotano intorno alla tragedia della Costa Concordia, ma prima di parlare di colpevoli o eroi è doveroso ricordare le vittime del terribile disastro avvenuto quel maledetto venerdì 13 gennaio. Ieri pomeriggio i sommozzatori della Guardia Costiera hanno rinvenuto i corpi di altre cinque persone, così le vittime salgono a undici: il comandante Filippo Marini ha fatto sapere che si tratta di passeggeri tra i 50 e i 60 anni, tutti con indosso il giubbotto di salvataggio. Non si conoscono ancora le loro generalità, ma si sa che sono quattro uomini e una donna, i cui corpi sono stati recuperati nella parte sommersa della nave, vicino a dove domenica scorsa erano stati rinvenuti anche i corpi senza vita dell’italiano Giavanni Masia, di 85 anni, e dello spagnolo Gual Guillermo, di 68. Poi ci sono coloro che hanno fatto di tutto per coordinare al meglio i soccorsi e che ancora non riescono a dormire per quanto accaduto: c’è il capitano di fregata Gregorio De Falco, nato nel 1964, che tutti abbiamo ascoltato nella ormai celebre e drammatica telefonata con il comandante Schettino.
Nato a Napoli, ma vissuto sempre a Sant’Angelo di Ischia, De Falco è sposato con Raffaella e ha due figlie, Carla e Maria Rosaria, di 5 e 12 anni. Tutti lo chiamano eroe e le sue parole sono ormai diventate un tormentone tra gli utenti di Internet e dei social network, ma lui non vuole essere considerato tale e, intervistato da La Repubblica, spiega che i veri eroi sono altri. Come il suo sottocapo, Alessandro Tosi, che quella notte è stato il primo a capire che qualcosa stava accadendo alla Concordia e a dare l’allarme. Poi, spiega De Falco, c’è Marco Savastano, giovane dell’elisoccorso che quella tragica notte, dopo che Schettino aveva già abbandonato la nave, ha salvato tantissime persone. E poi, continua De Falco, bisognerebbe dedicare una pagina intera a tutti i marinai della Guardia Costiera, della Marina Militare, e a tutti gli agenti dei carabinieri, della Finanza, dei Vigili del fuoco e della Protezione civile che hanno dato il massimo per i passeggeri e i membri dell’equipaggio in pericolo. Sono loro i veri eroi, dice De Falco, e adesso lui desidera solo un po’ di pace e silenzio per lavorare e capire se c’è ancora la possibilità di ritrovare qualcuno in vita.
Eccoci quindi arrivati a Francesco Schettino, “capitan codardo” come lo ha definito il quotidiano Libero, il comandante su cui ora pesano le gravi accuse di omicidio colposo plurimo e abbandono della nave. Nato 52 anni fa a Castellammare di Stabia, sembra che Schettino abbia frequentato l’istituto nautico Nino Bixio di Piano di Sorrento. Dopo aver conseguito il diploma di capitano di lungo corso, Schettino ha fatto la trafila da allievo ufficiale a comandante. Successivamente è stato in molte compagnie, e da dieci anni era nella Costa crociere. Schettino è stato ascoltato dai pm e ora è tornato a casa, ma le indagini continuano perché, nonostante le scelte discutibili effettuate dal comandante quella notte, probabilmente ci sono altre responsabilità da accertare.
Infine ci sono i dispersi, i cui nomi sono stati diffusi nelle ultime ore dalla Prefettura di Grosseto: si tratta di quattro membri dell’equipaggio e 24 passeggeri, di diversa nazionalità. 13 tedeschi, 4 francesi, 2 americani, una peruviana, un indiano, un ungherese e 6 italiani. Alla pagina seguente troverete i nomi dei 28 dispersi.
Ecco i nomi delle persone che ancora non sono state trovate divisi per nazionalità:
Italia: Girolamo Giuseppe (membro equipaggio), Dintrono Maria, Trecarichi Maria Grazia, Virzì Luisa Antonia, Arlotti Dayana, Arlotti Williams.
Germania: Bauer Elisabeth, Ganz Christina Mathi, Ganz Norbert Josef, Goergens Gertrud, Grube Gabriele, Hoer Egon, Neth Margarethe, Schall Inge, Stumpf Siglinde, Werp Brunhild, Werp Josef, Galle Horst, Schroeter Margrit.
Francia: Blemand Michael, Gannard Jeanne, Gregoire Pierre, Litzler Mylene.
Usa: Heil Barbara, Heil Gerald
Peru: Soriamolina Erika Fani, membro dell’equipaggio.
Ungheria: Feher Sandor, membro dell’equipaggio.
India: Rebello Russel Terence, membro dell’equipaggio.