Tragedia Concordia. Bertolaso: un’app per evitare disastro – Una app per iPhone da 2 euro avrebbe potuto evitare la tragedia del Concordia. Uno strumento alla portata di gente comune, senza esperienza dei mari, avrebbe potuto far sì che quella consuetudine ignobile dell’”inchino” non causasse morti, feriti, una notte da incubo per oltre 4000 persone. A scriverlo è una persona che sa bene cosa significhi l’emergenza, determinata da catastrofi naturali o dall’errore e stupidità umana. Guido Bertolaso, ex capo della Protezione Civile, in una lettera al “Corriere della Sera” pubblicata oggi spiega che “Il segnale anticollisione (Ais) è disponibile anche sull’iPhone”. Un sistema che conoscono tutti quelli che vanno per mare anche chi ha una semplice barca a vela:
‘L’Ais, segnale anticollisione è disponibile anche sull’iPhone, grazie al programma ‘marine traffic’, costa 2 euro e dà tutte le indicazioni sulle navi in movimento, con rotta e velocità”. Da qui nasce l’interrogativo banale e insieme doloroso. “Perché nessuno ha controllato cosa faceva una nave con 4.000 anime a bordo?”. Per Bertolaso sulla tragedia della Costa Concordia si scrivono fiumi di notizie, ipotesi, illazioni, commenti, ma sono stati trascurati alcuni aspetti fondamentali: ”Sembra che il passare vicino alla costa  fosse abitudine, non un caso eccezionale, per questa e forse per altre navi di quelle caratteristiche e di quella stazza. Una notizia del genere rappresenta una denuncia ben più pesante delle accuse rivolte allo sprovveduto comandante della Costa”. Per questo, continua l’ex capo della protezione civile ora bisogna rintracciare molte altre responsabilità oltre a quella di Schettino: ”Chi sono, quanti sono, e dove sono coloro che sapevano di queste insane abitudini e non hanno detto nulla, non hanno preso provvedimenti, non hanno reagito richiamando i comandanti delle navi a regole di condotta sensate? Serviva un decreto legge  per impedire gli ‘inchini’?”.
Bertolaso si esprime anche sulla gestione dei soccorsi che si sono mobilitati con “intensità e generosità  pur nel colpevole ritardo della segnalazione dell’emergenza”: è mancata tuttavia una coordinazione generale,  un’autorità che prendesse davvero in mano la situazione.



“Tanti lavorano per ore e ore- afferma Bertolaso – tanti hanno affrontato situazioni difficili, tanti hanno dato prova di eroismo. Ma chi ha coordinato i soccorsi? Chi ha preso in mano la gestione dell’intera operazione, dall’accoglienza dei superstiti ai rapporti con le autorità degli altri Paesi, dalla lista dei passeggeri alla ricerca dei dispersi, fino alle misure per la messa in sicurezza dell’ambiente? Chi informa l’opinione pubblica? Nessuno”.
L’ex capo della Protezione civile ha quindi elogiato l’operato degli abitanti e delle istituzioni del Giglio che hanno dimostrato “consapevolezza e strutture di Protezione civile all’altezza”. Ma accusa i deficit e i ritardi dell’apparato statale: ”A me è parso strano che ci siano voluti più di quattro giorni per vedere all’opera gli incursori della Marina militare”. Aggiunge poi Bertolaso: ”Se il disastro fosse avvenuto al largo e non a cento metri dalla costa, non sarebbe stato possibile mettere in sinergia competenze e capacità che fanno capo a soggetti molto diversi tra loro”. Perché il nostro sistema di soccorsi non sarebbe all’altezza? Secondo Bertolaso, “perché è stato ‘commissariato’ il Dipartimento della Protezione civile, perché si pensa che non sia indispensabile un effettivo coordinamento e nessuno ritiene più utile metterci la faccia”.

Leggi anche

Nasce nel Lazio una comunità energetica in forma cooperativaCalcio, Totti: "La Roma sta facendo molto bene"