Una rete organizzatissima di criminali riconducibile all’associazione terrorista degli Hezbollah turchi faceva entrare illegalmente in Italia degli affiliati. Il gruppo, che non avrebbe nulla a che fare con gli omonimi libanesi (questi sono sciiti, mentre quelli turchi sciiti) è nato in Turchia negli anni 80, nella regione del Dyiarbakir ,a maggioranza curdaT. Tra i suoi fondamenti ideologici vi è l’instaurazione del Califfato in Turchia e l’applicazione della Sharia. In ogni caso, costoro favorivano l’immigrazione clandestina e con tale ipotesi di reato a carico, nove persone sono state arrestate oggi dalla polizia di Terni, coordinata dal Servizio centrale antiterrorismo dell’Ucigos. Per sette dei nove arrestati, l’ordinanza di custodia cautelare è stata disposta in carcere, mentre agli altri due sono stati concessi i domiciliari. Un donna italiana e sei cittadini turchi sono in galera, mentre i domiciliari sono stati concessi a due donne ucraine. L’operazione ha visto la collaborazione tra le forze di diversi Paesi europei – specialmente la Germania – e la Tuchia. Le indagini, che hanno avuto inizio in Lombardia con l’arresto di un cittadino turco destinatario di un provvedimento di cattura internazionale per terrorismo, hanno consentito di far chiarezza sul modus operandi della rete e di portare a 41 perquisizioni nei confronti di presunti esponenti del gruppo.
I criminali fornivano agli immigrati – per lo più turchi e palestinesi – un pacchetto che comprendeva una serie di servizi quali il viaggio, l’alloggio e un lavoro. Ovviamente dietro lauti compensi. La rete si preoccupava anche di addestrare gli immigrati circa le dichiarazioni da rilasciare alle autorità. Avrebbero dovuto raccontare di esser stati oggetto di persecuzione nei propri paesi di origine e di aver subito delle torture in modo da poter ottenere dal nostro Paese asilo politico e il permesso di soggiorno. Arrivavano in Italia in dei tir o delle auto. Secondo quanto fino accertato, l’attività si limitata al favoreggiamento dell’immigrazione. Nessuno degli affiliati avrebbe messo a punto piani terroristici.
Con questo sistema, sono riuscite ad entrare in Italia, nell’arco di circa un anno e mezzo, una trentina di persone. Le indagini si sono svolte anche a Trieste, Venezia, Milano, Bergamo, Varese, Como, Roma, Viterbo, Latina e L’Aquila.