Oggi la Chiesa Cattolica celebra San Biagio, altresì noto come San Biagio di Sebaste. Nato nel terzo secolo e morto nel 316 a Sebaste, fu medico e vescovo. Viene riconosciuto come santo anche dalla Chiesa ortodossa. Ben poco si sa della sua esistenza. Sappiamo che a causa della propria fede patì la persecuzione sotto l’imperatore Licinio, che cogovernava assieme a Costntino. Rifiutandosi di rinnegare il cristianesimo, venne imprigionato dai soldati romani. Fu straziato, durante la prigionia, dai pettini di ferro. Era uno dei terribili supplizi ideati all’epoca per obbligare i cristiani e rinnegare la fede. Con dei pettini acuminati utilizzati per cardare la lana, furono strappate a Biagio le carni. Morì in seguito decapitato. Benché il cristianesimo era stato dichiarato non più fuori legge nel 313, è probabile che tale recrudescenza delle precedenti persecuzioni fosse motivata dalla rivalità tra i due imperatori. Al santo sono attribuiti svariati miracoli. Salvò, anzitutto, un bambino che stava per soffocare dopo aver ingerito una lisca di pesce. Per questo motivo è infatti ritenuto il protettore della gola, e a questo episodio è legata li rito della benedizione di tale parte del corpo, diffuso in oriente quanto in occidente; consiste nell’imposizione di due candele o di olio benedetto sulla gola invocando l’intercessione del santo. Nella Basilica a lui dedicata a Maratea, in provincia di Potenza, si trova, alla destr della Regia Cappella una palla di cannone. Essa venne sparata dai cannoni francesi nel corso dell’assedio del 1806. Ma non raggiunse mai la destinazione. Fu fermata, secondo la tradizione, da San Biagio. Sull’arma, infatti, sono ben visibili le impronte della dita della mano destra del santo. A Salemi, dove è patrono assieme a San Nicola, si racconta che nel 1542, le cavallette distrussero le campagne circostanti, provocando una terribile carestia. Gli abitanti della cittadina si rivolsero allora a San Biagio, pregando di liberarli dalla terribile piaga. E San Biagio, così fece.  Da ricordare che su una guglia del Duomo di Milano c’è una statua a lui dedicata.



In città era tradizione, infatti, non mangiare completamente il panettone natalizio, riservandone una fetta al santo. Tutt’oggi il panettone avanzato a Natala viene chiamati, a Milano, il panettone di San Biagio. 

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