Si è spento oggi Luciano Cafagna. Nato nel 1926 ad Avellino, è stato uno storico e un politico italiano. Professore di Storia contemporanea presso l’Università di Pisa, si è interessato, nel corso della sua attività di accademico e studioso dei problemi dello sviluppo economico italiano, del divario tra nord e sud e dei partiti della sinistra italiana. E’ autore, inoltre, di diversi saggi su Cavour. Fece parte del Partito comunista italiano, di cui, nel 1950, divenne esponente dei Giovani Storici. Nel 1956 prese parte, invece, alla diaspora, legando le sue sorti politiche a quelle di Antonio Giolitti, del quale divenne stretto collaboratore. Quest’ultimo era il nipote di Giovanni Giolitti. Si iscrisse al Partito comunista nel 1940. Fu membro attivo della Resistenza e, assieme a Giancarlo Pajetta fondò le Brigate Garibaldi. Membro dell’Assemblea costituente, fu deputato eletto tra le fila del Partito comunista sino al 1957, che abbandonò in seguito ai fatti di Ungheria del 1956 per aderire al Partito Socialista Italiano (Psi), tra le fila del quale venne eletto in Parlamento fino al 1976.
Tra i giovani intellettuali riformisti che presero parte alla sua corrente socialista c’era, per l’appunto, Cafagna. Egli, in particolare, divenne autorevole esponente del dibattito relativo all’industrializzazione italiana con i saggi “La formazione di una base industriale in Italia fra il 1886 e il 1914” e “Intorno alle origini del dualismo economico in Italia”. Divenne, inoltre, consigliere del Comitato Scientifico della “Fondazione Basso” e dell’Autorità garante per il mercato e la concorrenza. Dopo aver aderito a La Rosa nel Pugno, e ai DS, si iscrisse, infine, al neo Partito Socialista. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, appresa la notizia della morte, ha affidato ad un comunicato il suo cordoglio, esprimendo «profonda tristezza» per la stima e l’amicizia che lo legava da anni allo studioso. «Cafagna – dice Napolitano – è stato uno storico di alto profilo, tra i più autorevoli e brillanti della sua generazione; ancora nelle recenti celebrazioni dell’Unità d’Italia è emerso il valore dei suoi contributi, in particolare quello della sua interpretazione di Cavour». Il capo dello Stato ha voluto sottolineare come Cafagna non sia stato solamente un intellettuale di alto livello estremamente apprezzato, ma anche «personalità di rilievo, politico e intellettuale, nelle file del Partito Socialista e della sinistra, un appassionato e combattivo analista e pubblicista».
Di recente l’inquilino del Colle aveva ricevuto al Quirinale una delegazione di Libera Italia – Associazione nazionale della democrazia liberale e socialista, guidata da Massimo Teodori. L’associazione, di cui Cafagna era membro della segreteria scientifica, aveva espresso la necessità, una volta superata la fase Monti, di accelerare una nuova stagione riformatrice.