Il segretario del Partito democratico Pierluigi Bersani ha visitato oggi il carcere Due palazzi di Padova, casa penitenziaria dove è in corso da tempo uno dei più interessanti e riusciti esperimenti di lavoro carcerario retribuito. E’ qui infatti ad esempio che ha sede la Cooperativa Giotto nota in tutta Italia per la sua produzione di dolci come il panettone natalizio. Un’esperienza di lavoro carcerario regolato come autentica forma di lavoro, con pagamento di stipendio e contributi, mirata a insegnare ai detenuti un mestiere in vista di un reinserimento nella società dopo aver scontato la pena, il problema più grosso che si presenta per gli ex detenuti che si trovano invece spesso nelle condizioni di dover tornare a delinquere. Una visita significativa quella di uno dei più importanti candidati in questa competizione elettorale, anche alla luce del pessimo risultato politico ottenuto a fine legislazione lo scorso dicembre quando proprio i contributi per questo impegno nelle carceri sono stati drasticamente tagliati. Bersani è stato accompagnato nella visita al carcere e alle sue opere di lavoro (addetti al call center, addetti alla costruzione delle biciclette e delle valige, operai cinesi che assemblano le pen drive per Infocert, i cuochi specializzati e i già citati pasticceri) da Nicola Boscoletto, responsabile del padovano Consorzio Rebus. Boscoletto al termine della visita ha posto alcune domande importanti al segretario del Pd, in un incontro tenuto insieme al direttore della casa di reclusione padovana Salvatore Pirruccio, ai rappresentanti del volontariato, gli agenti di polizia penitenziaria e i dirigenti della cooperazione sociale. Ognuno ha chiesto misure alternative per risolvere i problemi legati al sovraffollamento: a Padova ci sono ad esempio il doppio dei detenuti che il carcere potrebbe contenere. Tiziana Mascolo rappresentante degli agenti ha chiesto che molti degli stranieri detenuti vengano rimpatriati nei loro paesi, mentre il leader di Legacoop sociale Veneto Loris Cercato ha parlato dell’importanza della cooperazione sociale. Boscoletto si è invece concentrato sulle spese e sui costi: ogni detenuto infatti costa alla collettività 250 euro al giorno circa 100mila euro all’anno. “Ogni milione di euro investito nel lavoro in carcere ne fa risparmiare nove, dati alla mano” ha spiegato Boscoletto. Bersani ha cercato di rispondere alle provocazioni iniziando con una battuta polemica nei confronti di chi negli ultimi anni invece di occuparsi dei carcerati ha avuto nei confronti della giustizia altre priorità. Si è detto favorevole a puntare su esempi che già esistono, come quelli di Padova, a favorire le misure alternative alla detenzione, a far sì che si giunga alla depenalizzazione di reati minori.
E naturalmente a sostenere il lavoro dei carcerati: “Se un panettone molto buono trova chi lo compra in nuovi mercati, ai Caraibi per dire, il mercato del lavoro complessivamente si espande”. E quindi si è detto favorevole a valorizzare le cooperative sociali. In questo senso se dovesse vincere le elezioni, ha detto, la sala verde di Palazzo Chigi promette che ospiterà molti protagonisti del privato sociale: “le cooperative anzitutto”.