Il tempo della baldoria, della festa, degli eccessi è terminato, Carnevale è alle spalle. Oggi inizia il tempo della conversione, il tempo della Quaresima, giorno di digiuno e astinenza. A segnare il passaggio un gesto antico, l’imposizione delle Ceneri. Un gesto che si compie in ogni chiesa cattolica il primo giorno del tempo quaresimale, vale a dire il mercoledì antecedente la prima domenica di quaresima per il rito romano, la stessa prima domenica di quaresima – o meglio il lunedì successivo – nel rito ambrosiano. Un gesto che viene fatto su ogni fedele, dal bimbetto all’anziano, dal catecumeno al Papa. Un pizzico di genere posato in testa, una croce di cenere tracciata in fronte, una frase che suggella il significato: la penitenziale «Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai» o l’esortativa «Convertiti e credi nel Vangelo». Secondo alcuni canonisti, l’alternativa tra le due frasi non si dovrebbe neanche porre perché la loro unione sequenziale sarebbe la sintesi perfetta del cammino penitenziale.
L’origine della liturgia delle Ceneri risale infatti proprio a quando il gesto della penitenza era pubblico e dava inizio ad un vero e proprio periodo di espiazione e di mortificazione che si concludeva con l’assoluzione dei penitenti il Giovedì Santo: e il primo gesto di pubblica umiliazione era vestirsi di sacco, scalzarsi e cospargersi di cenere. Nel tempo, l’imposizione delle Ceneri si estese a tutti i fedeli e anche l’ultima riforma liturgica ha voluto ribadire l’importanza simbolica di questo gesto.
Ma perché proprio le ceneri? Il richiamo è biblico: già nell’Antico Testamento è segno della fragilità dell’uomo, come richiama Abramo nella Genesi (18,27) dicendo «Vedi come ardisco a parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere», e della sua caducità: il nostro corpo diventa terra, ogni cosa che brucia (al fuoco vero o a quello della vanità) si riduce a cenere, senza più consistenza, senza più identità, senza più forma. E se non fosse sufficientemente chiaro, basta scoprire come e con che cosa vengono prodotte le ceneri utilizzate: sono il risultato della combustione degli ulivi benedetti la Domenica delle Palme dell’anno precedente. Dagli Osanna al Re d’Israele alla mendicanza del peccatore.
Rito introduttivo della Quaresima, ha una collocazione differente nel rito romano e in quello ambrosiano. Oltre al già citato inizio differenziato – dovuto a un diverso calcolo della durata del periodo quaresimale: 40 giorni escluse le domeniche per il rito romano; 40 giorni comprensivi delle domeniche per il rito ambrosiano che, insieme a quello bizantino, hanno mantenuto il calcolo più antico – ha anche una collocazione differente all’interno della liturgia. Nel rito romano, segue immediatamente l’omelia, mentre in quello ambrosiano si colloca al termine della messa. Particolare importante: i fedeli devono recarsi in processione all’altare per ricevere le Ceneri, minimale richiamo al cammino di conversione al quale sono chiamati.