Tre detenuti di origine romena sono evasi questa notte dal carcere dei Miogni, a Varese. Una fuga da film, messa in pratica “segando le sbarre della cella”, come ha successivamente riferito Angelo Urso, segretario nazionale Ulilpa penitenziari. “L’evento odierno non potrà non essere oggetto di discussione al Convegno previsto nel pomeriggio a Milano con il responsabile del Forum Sicurezza del Pd, Emanuele Fiano”, ha aggiunto. I tre fuggiaschi, in carcere con le accuse di furto e di favoreggiamento della prostituzione, avrebbero dunque segato le sbarre della cella in cui si trovavano utilizzando qualche strumento recuperato all’interno della struttura penitenziaria. Una volta usciti, eludendo i controlli delle guardie di sorveglianza, si sarebbero diretti verso il tetto per poi lanciarsi nel vuoto e atterrare in un cassonetto dell’immondizia. Il sindacato Uilpa rende inoltre noto che i tre detenuti fuggiti sono Mikea Victor Sorin, nato nel 1983, detenuto per sfruttamento della prostituzione e condannato definitivamente a due anni con fine pena giugno 2013; Marius Georgie Bunoro nato nel 1989, imputato in attesa di giudizio per furto aggravato, e Parpalia Daniel, nato nel 1984, imputato in attesa di giudizio per furto aggravato. I tre hanno probabilmente potuto contare su complici all’esterno che hanno posizionato in quel punto esatto il cassonetto. E’ immediatamente scattata la caccia all uomo, ma per ora non vi è alcuna traccia. Poche settimane fa, invece, un’altra evasione si è verificata al carcere di Brula, a Parma, dove due detenuti sono scappati allo stesso modo, vale a dire segando le sbarre della cella, ma calandosi poi fino a terra con le lenzuola. In quel caso si trattava di due albanesi di circa trent’anni. “Non si conoscono le modalità dell’evasione – aveva successivamente commentato il segretario generale aggiunto del Sappe, Giovanni Battista Durante – ma sicuramente la scarsa attenzione che negli ultimi tempi si pone alla sicurezza delle carceri determina episodi di questo tipo”. Il Sappe, infatti, intende sottolineare “la continua riduzione del personale di polizia penitenziaria: al momento mancano 7.500 unità a livello nazionale (650 solo in Emilia-Romagna), nei prossimi due anni ne perderemo altre 2.000 a causa dei tagli alla spesa pubblica, considerato che potremo assumere solo il 35% circa di coloro che andranno in pensione”.



Lo stesso Durante aveva poi aggiunto anche “l’eccessivo sovraffollamento e la tendenza ad allentare le maglie della sicurezza fanno in modo che il carcere diventi sempre meno sicuro”.

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