Dopo lo il calore e lo scintillio delle feste, dopo la ripresa di inizio anno e i buoni propositi per questo 2013 ancora immerso nel freddo invernale, si inaugura il periodo del Carnevale, un mese di festeggiamenti che parte in giorni diversi coinvolgendo tutta Italia e che ci accompagnerà verso il periodo più morigerato della Quaresima.
Questa festa sebbene sia legata alla cultura cattolica affonda le proprie radici in epoche antiche e parla di tradizioni pagane. Nell’antica Roma questo era il periodo“dei Saturnali” in onore del dio Saturno, dio della semina e del raccolto. I festeggiamenti ricreavano simbolicamente ilsuo regno, l’“Età dell’oro” in cui non esistevano differenze sociali e tutti i beni venivano messi in comune e in effetti la festa rappresentava proprio questo, un momento di rinascita in cui l’ordine costituito poteva essere abbandonato per qualche giorno, e i cittadini erano liberi di indulgere nella trasgressione e nella dissolutezza, in vista di un nuovo anno che sarebbe poi ricominciato secondo le normali regole del vivere quotidiano.
Con l’avvento del cattolicesimo queste giornate hanno assunto un’aura di minor trasgressione. La parola Carnevale deriva dall’espressione “carnem levare” e indica il banchetto che si teneva l’ultimo di questi giorni, il martedì grasso, in previsione del periodo di Quaresima che prevedeva l’astinenza e il digiuno.
La tradizione di festeggiare queste giornate esiste in tutto il mondo, per conoscere quelli più famosi dovremmo volare a di Rio de Janeiro per vedere i carri sfilare nel famigerato Sambodromo; a Lisbona, da cui il Carnevale è stato poi esportato per approdare nel Nuovo Mondo, oppure a New Orleans, dove i festeggiamenti del Mardì Gras sono proverbialmente trasgressivi, tanto da essere stati più volte proibiti dalla chiesa, nel 1800 e nel periodo tra le due guerre.
Tuttavia l’Italia è sicuramente il paese che nel mondo ospita i carnevali più antichi e pittoreschi. Tra quelli più visitati ricordiamo quelli di Viareggio, Sciacca, Fano e Ivrea, che termina nella famosa battaglia delle arance, ma il re dei Carnevali è sicuramente quello di Venezia. Le sue tradizioni risalgono al X secolo, prima fra tutte quella del travestimento che oggi racchiude in sé elementi delle maschere medievali rinascimentali e settecentesche, sontuose in un modo unico. Nel 2013 il “colore” è stato scelto come tema dei festeggiamenti, dedicati a tutti quelli che di un colore distinguono non solo un tono ma infinite sfumature.
Un buon modo per partecipare ai festeggiamenti in un modo diverso ma forse più “attivo” che mai, è armarsi di una buona macchina fotografica e rubare ai festeggiamenti un piccolo reportage che non potrà non dare soddisfazioni. Basta seguire poche semplici regole, valide per ogni reportage che si rispetti. Nell’infinità di stimoli che il Carnevale offre è sempre meglio seguire un filone unico: le maschere femminili? I bambini? Gli spettatori? Sta al gusto del fotografo scegliere il proprio punto di vista. Le accortezze da seguire sono poche ma semplici: staccare i propri soggetti da uno sfondo confuso, in modo da ottenere ritratti di maggio impatto, scattare per contrasto o per contrappunto: una Colombina su un ponte veneziano o vicino a un elemento moderno creerà in ogni caso un’immagine interessante, e infine la scelta della macchina fotografica: si ad una , ma se scegliete una reflex dai delicati obiettivi intercambiabili fate molta attenzione a difenderli nella calca, e a proteggerli con particolare attenzione nel caso il vostro soggetto siano il Carnevale di Ivrea e l’ agguerrita battaglia delle arance.