Dalle colonne di “Avvenire” il vicario generale dell’Arcidiocesi di Bologna, monsignor Giovanni Silvagni, commenta l’occupazione fatta venerdì sera da militanti dei collettivi Labas e Hobo, con il sindacato Asia Rdb, di uno stabile di proprietà di Enti diocesani in via Albiroli, a Bologna, vicino la sede della Caritas, della Curia e della Cattedrale di San Pietro, scrive così su “Bologna 7”: “L’occupazione dello stabile è un’azione provocatoria e violenta e del tutto ingiustificabile. Di solito non sono i poveri ad agire così, ma gli ideologi che sfruttano la povertà per le loro battaglie politiche”. Monsignor Silvagni ha aggiunto: “La Chiesa di Bologna ne sa qualcosa di sfruttati, di gente che vive in strada, di studenti fuorisede, di rifugiati, profughi, emigranti… Quasi di fronte al portone dello stabile occupato c’è la sede della Caritas diocesana, dove ogni giorno si assiepano decine di persone, che chiedono e ricevono aiuto. Ora questi veri poveri riceveranno dallo spettacolo dell’occupazione un altro messaggio: ‘ma perche’ chiedere se si può pretendere? Ma prendetevi da soli e con la forza ciò di cui avete diritto: fate come noi!’. C’è da augurarsi che la lezione non sia raccolta”. Facciamo un passo indietro. L’occupazione è avvenuta venerdì sera alla fine di un corteo contro gli sfratti e il piano Casa del Governo. Secondo quanto riferito dal collettivo, all’interno dello stabile ci sarebbero una trentina di persone, tra le quali una famiglia rumena con un bimbo. (Serena Marotta)



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