L’11 gennaio è il giorno dedicato alla commemorazione di Sant’Alessandro di Fermo. Di lui si sa poco o nulla, anche se si dice che sia stato il primo vescovo della cittadina situata in Umbria. Tuttavia, di questa versione non esiste alcuna conferma nelle varie biografie. Una vita che quindi può essere considerata come avvolta nel mistero. Secondo alcune fonti che scaturiscono dal Martirologio Romano, Sant’Alessandro sarebbe stato vescovo e martire negli anni compresi tra il 246 e il 250. Secondo un’iscrizione diffusa da Santarelli, l’uomo sarebbe stato invece governatore della sua diocesi in un periodo più avanzato, tra il 286 e il 300. Non ci è possibile stabilire quale delle due fonti sia la sua veritiera. Sarebbe comunque vissuto nel corso del III secolo. Alessandro viene considerato in base alla cultura e alle tradizioni popolari come in assoluto il primo arcivescovo della diocesi di Fermo e il primo martire della stessa località. Il suo nome sarebbe stato associato insieme ad un altro vescovo, Filippo di Fermo, anche lui in seguito martire e vissuto più o meno nello stesso periodo storico. Tuttavia, anche questa associazione non trova riscontri e può essere considerata come un elemento alquanto opinabile, ai limiti della leggenda metropolitana. Il suo nome ha origini greche e possiede il significato letterale di “protettore di uomini”. Il professore Serafino Prete ha contribuito alla diffusione di vari aspetti inerenti alla vita e al martirio di Sant’Alessandro di Fermo. Si dice che i martiri dello stesso Alessandro e del suo successore, San Filippo, insieme a Sofia e Vissia, abbiano rivestito un’elevata rilevanza per sottolineare anche l’esistenza di tanti altri martiri residenti a Fermo nel corso dei primi secoli della diffusione cristiana. Dei primi tre secoli cristiani si è perso ogni atto scritto, anche se ci resta qualcosa riguardo al martirio di San Marone, proprio nella località situata nella zona del Piceno. Tuttavia, l’esistenza di Alessandro viene dimostrata anche dalla presenza di un’epigrafe, che ancora oggi porta il suo nome. Il vescovo di Fermo sarebbe quindi vissuto nel corso dell’impero guidato da Massimiano, tra la fine del terzo e la fase iniziale del quarto secolo. Sulla lapide, è presente anche il vocabolo papa, anche se esso non si riferisce ad un suo eventuale pontificato. Infatti, nell’epoca antecedente il pontificato di Gregorio VII, la parola papa veniva utilizzata anche per i vescovi più comuni. Si tratta di una versione abbastanza veritiera, dato che Alessandro di Fermo era effettivamente un vescovo. Alessandro e Filippo di Fermo potrebbero essere i due martiri sepolti il primo sulla via Nomentana e il secondo sulla via Salaria. Nonostante queste indiscrezioni, del loro martirio non sappiamo nulla. È importante comunque rimarcare la presenza del nome di Alessandro all’interno del reperto archeologico. Da sottolineare anche la prova inerente all’esistenza di un edificio romano nella chiesa di San Marco alle Paludi, nella quale potrebbe aver risieduto lo stesso Alessandro di Fermo.