Secondo le ultime specifiche lanciate dal ministero Salute e dall’Asl nazionale, per la meningite occorre fare chiarezza per quanto riguarda le vere fasce a rischio contagio, in modo da evitare ogni qualsivoglia allarmismo. Secondo quanto disposto dal Ministero retto da Beatrice Lorenzin, «i bambini piccoli e gli adolescenti, ma anche i giovani adulti, sono a rischio più elevato di contrarre la malattia. Per quanto riguarda il sierogruppo B, la maggior parte dei casi si concentra fra i bambini più piccoli, al di sotto dell’anno di età. La vaccinazione contro il meningococco C, o meglio il vaccino tetravalente, è certamente consigliabile per gli adolescenti. Per chi è stato vaccinato da bambino al momento non è previsto alcun richiamo, anche se è comunque consigliabile effettuarlo». Come poi riportano gli stessi esperti medici, la vaccinazione per gli adulti non è al momento né obbligatoria né raccomandata: ovviamente, a meno che non siano presenti fattori di rischio o conoscenti con possibili sintomi legati alla meningite menigococcica di tipo C. A differenza dei minori però, in questo caso la vaccinazione per gli adulti non è gratuita – tranne in Toscana – e va richiesta rivolgendosi alle Asl regionali o tramite normale prescrizione medica.
Purtroppo i casi assodati di meningite e alcuni decessi ancora in questi giorni dalla Toscana fino a Roma passando per Brescia e Veneto, vedono aggiungersi tra i problemi la psicosi da contagio e le bufale diffuse via web che diventano dannose tanto quanto l’allarme ingiustificato di contagio virale. La medicina ufficiale anche in Italia si sta prodigando per smentire in tutti i modi l’ultima delle bufale nate sul caso meningite: «gli attuali casi di meningite sono dovuti all’afflusso di migranti dal continente africano», è questo che gira da giorni sui social e sul web, e un medico autore del testo “Il vaccino non è un’opinione” ha voluto smentire su Facebook l’intera origine di questa falsa notizia. «Una menzogna senza senso, In Europa i tipi predominanti di meningococco sono B e C, ed in particolare i recenti casi di cui si è occupata la cronaca sono stati dovuti al meningococco di tipo C; al contrario, in Africa i tipi di meningococco più diffusi sono A, W-135 ed X. Per cui è impossibile che gli immigrati abbiano qualcosa a che fare con l’aumento di meningiti in Toscana. Per cui chi racconta queste bugie è certamente un somaro ignorante». L’invito di Roberto Burioni, come anche di tanti altri medici meno presenti assiduamente sui social, è il medesimo. L’unico consiglio efficace è quello del vaccino, laddove vi siano stati casi o presunti tali di meningite e in generale vaccinazione a tappeto per tutti i bambini, in modo da far morire sul nascere il ceppo di questa malattia purtroppo spesso letale.
Secondo il Ministero della Salute l’allarmismo scatenato dai vari casi di meningite è del tutto ingiustificato: la nota di precisazione arriva dopo settimane di tanti casi reali o solamente sospetti di virus meningococco C e B, alimentati certamente anche dal rischio psicosi da contagio che non aiuta certamente ad affrontare con calma i vari casi uno ad uno. La nota del ministero arriva ieri, dopo altri casi scoppiati in Toscana e a Brescia: «Per quanto riguarda il meningococco di tipo C, il più letale, le cifre – si legge nella nota – dicono che ha causato 36 decessi negli ultimi quattro anni, in una popolazione di quasi 65 milioni di persone. Considerando tutti i ceppi di meningococco che danno la meningite, non si supera il 10% della letalità, anche in questo caso con 711 casi nel quadriennio (178 nel 2016) e 77 decessi registrati complessivamente (17 nel 2016)». Cura per i vaccini e attenzione per i tutti i casi presunti di meningite, con i sintomi che ogni ospedale deve sapere riconoscere e prevenire con competenza: il ministero non cede ad allarmismi, i casi però continuano e per la popolazione la psicosi è purtroppo un’ipotesi non così lontana.
L’allarme meningite imperversa ormai da giorni, a causa del crescente aumento dei pazienti avvenuto in questi giorni. Un killer silenzioso che spesso non lascia via d’uscita e che può portare alla morte, nei casi più gravi, anche nel giro di pochi giorni. La psicosi collettiva potrebbe non essere un fattore da sottovalutare, soprattutto se si considerano le conseguenze della corsa al vaccino. Le scorte dell’Asl di Roma, infatti, sarebbero state messe a dura prova, a causa di una domanda preoccupante da parte degli italiani. I magazzini della Capitale hanno infatti “terminato le dosi per tutti i ceppi”, come affermato a Osvaldo Montedo, il Presidente di Federfarma Lazio. La situazione comunque non migliora anche nelle altre regioni e province, motivo che spinge i cittadini, sempre più allarmati, a correre ai ripari proprio a Roma. A livello nazionale, sottolinea La Repubblica, le dosi di vaccino hanno registrato un aumento del + 130% nel mese di dicembre appena finito.
L’effetto meningite, come ormai viene chiamata in questi giorni l’allarme che circola fra la popolazione, ha provocato una corsa agli ambulatori ed alle Asl. “Alle 7:40 di questa mattina”, rivela il dirigente dell’Asl 3 di Genova, Alessandra Robotti, “in una delle nostre sedi c’erano già 80 bambini, ma questa corsa al vaccino è inappropriata e inopportuna, anche perché così è impossibile dare alle famiglie le dovute spiegazioni. Il consiglio in questo caso è di ricorrere al vaccino, ma senza allarmismi. L’assenza di un’epidemia, sottolineata nelle ultime ore dal Direttore del Reparto Infettive dell’Iss, Gianni Rezza, conferma infatti che non c’è alcuna emergenza e che ci si potrà vaccinare anche nei prossimi giorni. A partire dalla giornata di oggi, mercoledì 4 gennaio 2017, l’Asl 5 della Spezia attiverà inoltre due numeri di telefono tramite cui ricevere infomazioni ed effettuare prenotazioni. In una nota, sottolinea Primo Canale, l’Asl 5 ha inoltre ribadito che al momento si sta valutando un possibile aumento dell’offerta vaccinale.