Il 5 gennaio viene celebrata santa Amelia. Su santa Amelia e la sua vita non si sa nulla purtroppo. Si conoscono solo le circostante che la riguardarono assieme a molti altri martiri cristiani che furono trucidati in Spagna, precisamente in Catalogna, a Gerona, nel corso del IV secolo. La notizia di questo tragico evento è nell’antichissimo Breviario di Gerona, che riporta infatti una lunga lista dei martiri perseguitati per via della loro fede cristiana e uccisi durante le persecuzioni avvenute per mano di Diocleziano (databili tra il 243 e il 313). Fu nel 1336 che il vescovo della città di Gerona, Arnau de Camprodón, rinvenne le sante reliquie di questi martiri e, per omaggiare il loro sacrificio, fece erigere un altare nella cattedrale della città. Tutti i martiri, i cui nomi sono noti solo in parte grazie a documenti e ad epitaffi, nel corso dei secoli, sono stati inseriti in un elenco nell’ambito del Martirologio Geronimiano, e vengono oggi celebrati non tutti insieme, ma in giorni diversi: i soli antiocheni Paolino e Sicio, sono festeggiati il 31 maggio assieme agli africani Giusturo e Germano. Ci sono poi san Felice, commemorato il primo di agosto, mentre i crocifissi san Tommaso e san Romano sono festeggiati l’8 giugno. Il nome Amelia, spesso variante di Amalia, deriva da amali e si riferisce ad una influente famiglia ostrogota: sta a significare “vergine senza macchia“. Si ritiene anche sia il prolungamento di amelius, nome latino gentilizio.
Se si vuole visitare il luogo dove furono ritrovati i resti dei martiri, tra cui quelli di santa Amelia, bisogna visitare l’attuale città spagnola di Girona e la sua cattedrale, sita nel quartiere di “El cal”: alla cattedrale, considerata una delle chiese più belle di Spagna, dedicata a san Feliu, si accede da un’ antica scalinata risalente al 1690. Si presenta possente ma semplice, connubio di molti stili, il romanico, il gotico della torre campanaria visibile da tutta la città, e il gotico della facciata e della stessa scalinata. Proprio davanti ai gradini si trova il simbolo di Girona, la “colonna della leonessa” databile al XII e che si dice porti fortuna se viene toccato il suo posteriore. Girona, dal pittoresco quartiere di “Barri Vell” dove si trova una elegante casa in stile gotico e romanico dal nome fuorviante ( fontana d’or), è la città dei ponti, tra i quali spicca il rosso Pont de Ferro, progettato dallo stesso architetto della Tour Eiffel e sovrastante il fiume Onyar sul quale si affacciano le tipiche casec penjades.
Il 5 gennaio sono celebrati anche i santi Sincletica, la cosiddetta madre del deserto, Astolfo Vesco e martire, la Vergine Amata della Tebaide, il vescovo Giovanni Nepomuceno Neumann, la fondatrice “Congregazione delle Suore del Sacro Cuore e dei Santi Angeli” Genoveva Torres Morales, l’eremita Gerlaco di Valkenburg, la Vergine Emiliana, l’abate di Redon Convoione, il vescovo Deo Gratias, il re d’Inghilterra Edoardo III il Confessore, il sacerdote della Congregazione della Passione Carlo di S. Andrea Houben, e i beati Dionisio Ammalio, i martiri e sacerdoti Pietro Tessier, Giacomo Ledoyen e Francesco Peltier, Marcellina Darowska, Pietro Bonilli, Maria Repetto e Ruggero di Todi.