Una piccola svolta nell’ambito del delitto di Lanfranco Chiarini si è avuta nelle passate ore, quando i carabinieri che indagano al caso hanno ritrovato la sua auto scomparsa. A darne notizia è il quotidiano Il resto del Carlino, che rivela come il ritrovamento sella Skoda Octavia sia avvenuto a circa nove chilometri dalla villa nella quale si è consumato il terribile omicidio dell’imprenditore 76enne. L’auto, secondo le indiscrezioni, sarebbe stata utilizzata dall’assassino per scappare. Dopo il ritrovamento della vettura, con le chiavi ancora inserite nel cruscotto ed avvenuto in una stradina di campagna, sono intervenuti i Ris che si occuperanno ora della ricerca di eventuali tracce biologiche attribuite all’assassino di Lanfranco Chiarini. All’interno dell’auto, tuttavia, non sarebbero stati trovati né il cellulare della vittima né la sua valigetta all’interno della quale vi erano mille euro. La pista della rapina non è del tutto esclusa ma continua a restare in piedi la pista dell’incontro finito male.
Non si fermano le indagini attorno alla morte di Lanfranco Chiarini, l’imprenditore 76enne della provincia di Bologna trovato senza vita nella sua villa lo scorso 3 gennaio. Al momento, secondo quanto emerso dal quotidiano Il Giorno, la principale pista battuta dagli inquirenti sarebbe quella dell’incontro degenerato che la vittima avrebbe avuto con qualcuno che conosceva bene. Abbandonata definitivamente, dunque, la pista della rapina dagli esiti negativi. Dopo il ritrovamento dell’auto di Lanfranco Chiarini, mancano all’appello ancora il cellulare ed una valigetta con all’interno mille euro di proprietà dell’imprenditore. Intanto gli inquirenti avrebbero iniziato l’analisi dei tabulati telefonici e delle immagini delle telecamere di videosorveglianza dai quali potrebbero emergere informazioni utili alla soluzione del giallo di Castel San Pietro. Per la prossima settimana, inoltre, si attende un nuovo sopralluogo nella villa in collina divenuta il luogo del delitto.
Proseguono le indagini al fine di far luce sull’omicidio di Lanfranco Chiarini, imprenditore 76enne ucciso nella notte dello scorso martedì 3 gennaio nella sua villa, sulle colline di Castel San Pietro in provincia di Bologna. Sul corpo dell’uomo è stata eseguita nei giorni scorsi l’autopsia, come rivelato dal quotidiano Il Resto del Carlino nella sua versione online: dai primi risultati sarebbe emersa la causa del decesso, dovuto ai numerosi colpi di coltello su tutto il corpo. Sarebbero state individuate tra le 25 e le 30 coltellate inflitte su braccia, spalla e alla base del collo, i cui fendenti sarebbero stati alcuni lievi, altri letali. Al momento si continua a cercare l’arma del delitto, quasi certamente un coltello da cucina che l’assassino potrebbe aver preso in casa di Lanfranco Chiarini. Alcuni tagli trovati sul corpo della vittima sarebbero stati definiti “da difesa”, mentre sarebbe stata evidenziata anche una ferita alla nuca, ma è probabile che l’imprenditore ucciso se la sia procurata cadendo mentre tentava di lottare contro il suo assassino. La scoperta del cadavere dell’imprenditore è avvenuta la mattina dello scorso mercoledì ad opera del genero, preoccupato in seguito all’assenza dell’uomo sul posto di lavoro. Al suo arrivo il genero si sarebbe accorto del fumo proveniente dalla camera della vittima ed allertato i Vigili del fuoco temendo per un principio di incendio. Anche questo aspetto rappresenta un ulteriore giallo nel caso: non è chiaro se le fiamme siano state appiccate dall’assassino nel vano tentativo di eliminare le sue tracce o se invece sarebbe la conseguenza di un incidente, forse a causa di una candela rimasta accesa. In merito alla morte di Lanfranco Chiarini, il medico legale avrebbe fissato l’ora del decesso tra le 20 e le 22 della sera precedente alla scoperta del corpo da parte del genero. Sul caso indagano gli uomini del reparto operativo del comando provinciale, coordinati dal pm Antonella Scandellari.