Un 15enne al primo anno di un istituto tecnico superiore: è stato questo ragazzo una delle vittime dei bulli della baby gang delle stazioni ferroviarie di Vigevano. Il ragazzo, come riporta l’agenzia di stampa Adnkronos, è stato oggetto di una vera e propria persecuzione: è stato schiavizzato e violentato. Il 15enne è stato definito ‘fragile’: un componente della baby gang aveva un ascendente su di lui e per non essere escluso dal gruppo il ragazzo ha accettato i soprusi. Le violenze contro il 15enne sono cresciute via via fino ad arrivare al loro apice tra dicembre 2016 e gennaio 2017. I bulli hanno bloccato per strada il ragazzo e, con la minaccia di picchiarlo, gli hanno imposto di bere alcolici. Quando il giovane non era più in grado d’intendere e volere lo hanno portato in giro legato a una catena, prima al collo, poi attorno al busto, come se fosse un cane al guinzaglio. Un’altra volta lo hanno spogliato e tenuto appeso per le gambe a testa in giù sopra a un ponte, costringendolo a subire atti sessuali: hanno utilizzato anche una pigna per effettuare le violenze e hanno fotografato la scena. Le violenze e gli abusi erano compiuti anche solo per avere qualcosa da poter fotografare con i telefonini e da poter esibire ad altri coetanei, per vantarsi, dal punto di vista dei bulli, di essere grandi e belli.



Le violenze nei confronti del 15enne erano conosciute da altri ragazzi proprio per via della diffusione tramite Whatsapp, Twitter, Instagram, Facebook, Telegram, Imessage ed altri social network delle immagini degli abusi da parte della baby gang. Nessuno però aveva denunciato per paura di ritorsioni e anche perché non aveva compreso la gravità degli atti immortalati con il telefonino. Alla fine la baby gang è stata fermata grazie alle denunce di alcuni genitori, convinti dai Carabinieri di Vigevano. E’ stato anche importante, per arrivare all’arresto dei bulli, l’aiuto di uno studente, coetaneo della vittima di bullismo: il ragazzo ha ricevuto una delle fotografie della violenza sessuale divulgata dal branco e, in un secondo momento, ha deciso di testimoniare sugli abusi di cui era a conoscenza e che il suo amico aveva subito. Il 15enne vittima dei bulli, dopo un’iniziale sudditanza psicologica, aveva cercato di scappare dalla baby gang ma senza riuscirsi visto che i bulli continuavano a cercarlo e a schiavizzarlo.

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