Un interrogatorio al cospetto del gip davvero drammatico quello che ha interessato Ismail Tommaso Hosni, il 20enne che nei giorni scorsi si è reso l’autore della violenta aggressione presso la stazione centrale di Milano. Come rivela TgCom24, il suo avvocato lo ha descritto “assente e con lo sguardo basso” e proprio durante l’incontro in carcere con il giudice per le indagini preliminari, ha chiesto di poter parlare con la nonna che vive attualmente in Tunisia, dove ha trascorso metà della sua vita, sottoponendosi anche alla visita di uno psicologo. A tal proposito, il suo difensore ha avanzato l’istanza di perizia psichiatrica ed attualmente è controllato 24 ore su 24 nel centro di osservazione psichiatrica del carcere San Vittore dove è attualmente detenuto. “Lo psichiatra ha chiesto che venga visitato da personale del Sert”, ha ancora aggiunto l’avvocato Regina. Come rivela l’agenzia di stampa Ansa non si esclude che possa essere nuovamente riascoltato dagli inquirenti nei prossimi giorni per quanto riguarda la questione legata ai coltelli, poiché si sospetta che possa aver progettato altre azioni prima di quella alla stazione di Milano. L’intera indagine, infatti, verte su un interrogativo importante: perché avrebbe avuto questa spropositata reazione ad un semplice controllo degli agenti?
Emergono le prime dichiarazioni da parte di Ismail Tommaso Hosni, l’aggressore pro-Isis arrestato nei giorni scorsi dopo aver aggredito alcuni agenti presso la stazione centrale di Milano ed indagato per terrorismo internazionale. Stando a quanto reso noto da TgCom24, il 20enne avrebbe dichiarato di aver rubato i coltelli al solo scopo di difendersi. “Ho rubato quei coltelli perché in stazione c’erano delle persone che volevano farmi del male”: sono queste le dichiarazioni rese al gip nel corso l’interrogatorio in carcere, nell’ambito del quale ha anche rivelato di aver fatto uso di cocaina il giorno dell’aggressione. Anche per tale ragione non ricorderebbe nulla: “Quando mi sono svegliato avevo il sangue sulle mani”, ha aggiunto, come dichiarato dal suo legale, l’avvocato Giuseppina Regina. Il suo difensore ha anche confermato di aver presentato al giudice per le indagini preliminari istanza di perizia psichiatrica ed ha sottolineato anche come durante l’interrogatorio non sarebbe stato fatto accenno all’ipotesi di terrorismo. Al giudice spetterà ora decidere in merito all’istanza di perizia ma anche sulla convalida dell’arresto e sulla misura cautelare in carcere. In merito al suo presunto legame con l’Isis, questo sarebbe già stato smentito nei giorni scorsi, quando Ismail Tommaso Hosni aveva rivelato al suo avvocato di essere musulmano ma non praticante.
Stando ai coltelli rubati presso un supermercato, il 20enne artefice della violenta aggressione aveva rivelato di averli sottratti dopo aver già subito un’aggressione in zona Maciachini, confermando poi la presenza di persone che avrebbero voluto fargli del male. Al cospetto del gip ha poi raccontato la sua vita problematica vissuta tra la Tunisia e l’Italia, dove è tornato nel 2015: “Non mi trovavo bene con mia madre e il nuovo marito”, per questo sarebbe andato a Milano. Dopo aver vissuto con la zia, ha preferito andare a vivere in strada: “Dormivo nel mezzanino della stazione e a volte anche in qualche dormitorio, da cui però spesso mi hanno cacciato”, ha confessato. Oltre alla sua vita in strada, Honsi ha raccontato di essere stato picchiato e costretto a spacciare droga.