Il processo sul duplice delitto di Trifone Ragone e Teresa Costanza procede senza sosta, e ancora una volta la difesa di Giosuè Ruotolo, ex militare 27enne in carcere con l’accusa di essere il solo responsabile dell’omicidio, punta sulle piste alternative. Nell’ultima udienza, come rivela il quotidiano online Messaggero Veneto, a prendere la parola in corte d’Assise a Udine è stata una testimone ritenuta molto importante, Sonia De Luca, la quale potrebbe aver visto qualcosa di molto significativo la sera in cui la coppia veniva uccisa. Proprio il 17 marzo 2015, infatti, la donna insieme al marito si era recata presso il palasport di Pordenone a bordo della loro auto, una Toyota Rav4, per prendere il figlio al termine del suo allenamento. In quell’occasione, la teste ha ammesso di aver visto un “uomo dall’aspetto strano”, accovacciato tra le auto parcheggiate a spina di pesce, “come se stesse aspettando qualcosa”.



La circostanza era apparsa alla De Luca così strana tanto da convincerla a presentarsi il giorno successivo ai carabinieri e riferire quanto da lei visto. In aula, la testimone ha ripercorso quanto avvenne la sera del delitto di Trifone e Teresa raccontando di aver visto l’uomo sospetto proprio in corrispondenza dello stallo di sosta nel quale si trovava la Suzuki Alto bianca di Teresa, all’interno della quale i due fidanzati sono stati freddati a colpi di pistola. La teste ha proseguito avanzando una descrizione dettagliata dell’uomo, il quale “si nascondeva vicino ai due tubi”. Il sospettato, secondo il suo racconto aveva i capelli bianchi stopposi, era trascurato e poteva avere all’incirca 40 anni.



Il racconto della teste intervenuta in aula nel corso del processo sul duplice delitto di Trifone e Teresa, se da una parte contiene elementi importanti, dall’altra è ricco di “non ricordo”. Sul misterioso uomo, ha ancora aggiunto al cospetto della Corte: “Mi ha fissato intensamente mentre percorrevamo il parcheggio in auto. Dallo specchietto retrovisore mio marito l’ha notato avvicinarsi: mio marito è sceso dall’auto per chiedergli “cosa vuoi” ma proprio in quel momento è uscito nostro figlio dalla palestra e l’uomo si è allontanato”. Poi, sempre a sua detta, il sospettato sarebbe andato dietro la cabina in cemento, di fronte all’auto di Teresa. Sfortunatamente non ricorda se fuori dagli stalli ci fosse un’auto, né l’ora in cui sarebbe avvenuta questa visione, anche se ai Carabinieri aveva detto attorno alle 19:00. Nel parcheggio la donna ed il marito sarebbero rimasti per cinque minuti. Secondo la difesa di Giosuè Ruotolo, l’uomo visto dalla teste sarebbe lo stesso soggetto trascurato che anche il runner Maurizio Marcuzzo notò dietro l’angolo della palestra poco prima degli spari. Potrebbe esserci una corrispondenza tra le due testimonianze?

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