Sarà un finale di giugno indimenticabile, per Matteo Boe, uno dei più noti e temuti ex banditi sardi dopo Graziano Mesina. L’uomo, alla vigilia dei suoi 60 anni, tra pochi giorni uscirà dal carcere milanese di Opera dove ha scontato una pena a 25 anni di reclusione per i sequestri di Sara Nicoli, Giulio De Angelis e del piccolo Farouk Kassam. Ma chi è Matteo Boe il quale, dopo un quarto di secolo tornerà nuovamente ad assaporare la libertà? L’ex esponente del banditismo sardo divenne famoso per essere stato l’unico detenuto in grado di evadere dal super carcere dell’Asinara. Qui era stato condannato a scontare 16 anni di reclusione per il sequestro di Sara Niccoli ma grazie alla complicità di Salvatore Duras, riuscì ad evadere e scappate a bordo di un gommone il primo settembre 1986. Un’evasione esemplare durante la quale l’ex primula rossa del banditismo sardo riuscì a raggiungere le coste della Sardegna prima della sua cattura avvenuta 2-3 settimane dopo. La sua latitanza si consumò nelle foreste del monte Albo di Lula dove a cercarlo furono impiegati i reparti speciali dell’Esercito e i Cacciatori di Sardegna. Il bandito trovò rifugio in Corsica ma questo si rivelò un grande errore, tradito dallo smisurato amore nei confronti della moglie e dei tre figli nei confronti dei quali insistette affinché lo andassero a trovare.



La latitanza dall’isola-prigione dell’Asinara dove per decenni sono stati detenuti in regime di 41 bis camorristi, terroristi e mafiosi, non fu per Matteo Boe fortunata in quanto gli costò una ulteriore condanna a 4 anni. Ma la scia di sequestri che lo vide coinvolto era solo all’inizio: nel 1988 avvenne quello a scapito dell’imprenditore romano Giulio De Angelis, per il cui rapimento in Costa Smeralda fu chiesto un riscatto di 3 miliardi di vecchie lire. L’uomo fu liberato dopo quasi cinque mesi. Il più celebre dei suoi sequestri, tuttavia, fu quello del piccolo Farouk Kassam, il bambino di 7 anni figlio del titolare di uno degli alberghi più noti della Costa Smeralda, avvenuto il 15 gennaio 1992. Al bambino fu mozzato un orecchio e poi liberato in circostanze mai chiarite l’11 luglio successivo, grazie all’intermediazione di Graziano Mesina. Per il sequestro di Farouk Kassam, l’ex bandito di Lula (Nuoro), Matteo Boe, fu arrestato il 13 ottobre 1992 mentre si trovava in vacanza con la famiglia, la compagna Laura Manfredi ed i due figli, a Porto Vecchio, in Corsica. Fu inizialmente trasferito nel carcere di Marsiglia per poi essere estradato e condannato nel 1996 a 20 anni di reclusione.



Nel 2003 Matteo Boe fu travolto da un grave lutto familiare in quanto il 25 novembre di quell’anno fu coinvolta ed uccisa in un agguato l’amata Luisa Manfredi, figlia primogenita di appena 14 anni. La ragazzina fu freddata da alcuni pallettoni esplosi mentre si affacciò al balcone della sua abitazione di Lula. Si trattò di un omicidio terribile ad oggi mai risolto e che secondo gli inquirenti avrebbe dovuto avere come principale obiettivo la moglie di Boe, Laura Manfredi. Uno scambio di persona, secondo chi indagò al caso, anche alla luce dell’estrema somiglianza tra madre e figlia. In merito al caso si svilupparono due piste investigative, la prima di natura passionale che vide indagato e poi scagionato in Cassazione un 24enne, la seconda di natura politica, a causa della posizione di estrema sinistra ricoperta dalla moglie dell’ex bandito. Come rivela Tiscali.it, lo stesso Matteo Boe tuttavia, seppur sottovoce, ha sempre attribuito il delitto della figlia a sicari arabi inviati dai Kassam.  Intanto, il 59enne è pronto a tornare in libertà, sebbene non sia ancora chiara l’intenzione di tornare o meno nel suo paese di origine.

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