La morte del 30enne comasco Mattia Mingarelli, il cui corpo senza vita è stato rinvenuto la vigilia di Natale, continua ad essere al centro delle indagini e ad intervenire oggi sul caso sono stati anche gli uomini del Ris di Parma. Secondo quanto trapelato dall’agenzia di stampa Ansa, nel mirino della scientifica ci sarebbe ancora il rifugio Barchi da dove il ragazzo è misteriosamente scomparso nel weekend tra il 7 e l’8 dicembre scorsi, nel territorio di Chiesa in Valmalenco (Sondrio). I militari nella giornata di oggi hanno prelevato alcuni supporti telematici di proprietà del rifugista che tuttavia non risulta indagato. Si tratta nel dettaglio di un pc e di alcuni dischetti. Al momento il rifugio resta sotto sequestro. La procura di Sondrio sta indagando sulle presunte responsabilità del rifugista anche alla luce dei risultati dell’autopsia eseguita nella giornata di ieri e non è esclusa la possibilità di reati minori rispetto all’omicidio come l’omissione di soccorso e l’occultamento di cadavere. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
CADUTA FATALE O UN MALORE?
Continua ad essere un mistero la scomparsa di Mattia Mingarelli, il 30enne di Albavilla morto in Valtellina dopo il weekend dello scorso 7/8 dicembre. Dai primi risultati dell’esame autoptico è emerso che l’agente di commercio non sarebbe deceduto per morte violenta. Di conseguenza sembrerebbero essere due al momento le ipotesi principali: una caduta fatale dello stesso mentre stava camminando nei boschi assieme al cane, o eventualmente, un malore che ha stroncato la vita al ragazzo. Per avere i risultati completi dell’autopsia bisognerà attendere diversi giorni, ma le prime indicazioni potrebbero far prendere all’indagine una svolta decisiva. Restano comunque molti i punti di domanda di tale vicenda. Come mai, ad esempio, il telefono è stato ritrovato fuori dall’ultimo locale frequentato dalla vittima, e inoltre, perché il corpo non è stato visto fino al 24 dicembre scorso, nonostante si trovasse in una zona non di difficile accesso? (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MATTIA MINGARELLI: GLI ESITI DELL’AUTOPSIA
Potrebbe sgonfiarsi presto il giallo relativo alla morte di Mattia Mingarelli, il 30enne rappresentante di commercio ritrovato morto in un bosco della Valmalenco. Si è conclusa nel pomeriggio – poco prima delle 18 – l’autopsia, eseguita nella camera mortuaria dell’ospedale civile di Sondrio alle 14. Secondo i primi, parziali risultati – riportato da Il Giorno – non è emerso nulla che faccia ricondurre la morte del comasco ad un evento violento. Quindi, non si sarebbe trattato di un omicidio. Il decesso di Mingarelli potrebbe essere invece riconducibile ad una disgrazia in montagna, cioè un’escursione che si è conclusa tragicamente. Il luogo in cui è stato trovato il cadavere è piuttosto scosceso, quindi il 30enne potrebbe aver messo un piede in fallo scivolando sul terreno ghiacciato e perdendo la vita nella piccola scarpata. Ma, è bene precisarlo, si tratta delle prime indiscrezioni sull’autopsia eseguita dal dottor Paolo Tricomi di Lecco su incarico del sostituto procuratore Antonio Cristillo, titolare dell’inchiesta. Al momento non si hanno conferme ufficiali da nessuno dei due. Probabilmente domani potrebbe arrivare qualche dettaglio dal procuratore di Sondrio, Claudio Gittardi. (agg. di Silvana Palazzo)
MATTIA MINGARELLI, 30ENNE TROVATO MORTO: OGGI L’AUTOPSIA
Oggi è il giorno dell’autopsia sul cadavere di Mattia Mingarelli, il 30enne rappresentante di commercio scomparso lo scorso 7 dicembre nei boschi della Valmalenco e ritrovato cadavere la vigilia di Natale. Lo ha deciso il sostituto procuratore Antonio Cristillo, intervenuto ieri dopo il ritrovamento del corpo senza vita del giovane di Albavilla (Como) sotto la seggiovia della ski-area del Palù. Per gli esperti i cadaveri “parlano”, quindi il magistrato vuole avere notizie importanti per il proseguimento delle indagini dei carabinieri di Sondrio. Si attendono dunque indicazioni importanti dall’obitorio dell’ospedale civile di Sondrio. Al momento nessuna pista sembra esclusa, neppure quella dell’omicidio. Dubbi anche sul luogo del ritrovamento del cadavere, un’area battuta per giorni da esperti senza esito. E questo potrebbe suggerire l’ipotesi che il corpo sia stato spostato, ma al momento si tratta solo di congetture. Come riportato da Il Giorno, l’esame autoptico è stato affidato, pur essendo un giorno di festa, all’anatomopatologo Paolo Tricomi di Lecco.
INDAGINE BLINDATA
Potrebbe essere effettuata nella tarda mattinata di oggi l’autopsia sul cadavere di Mattia Mingarelli. Non ci sono indicazioni sull’orario in cui comincerà l’esame, ma quel che è certo è che è previsto oggi. I vigili del fuoco del Comando provinciale di Sondrio hanno presidiato con una potente fotocellula l’intera area della ski-area di Palù-Chiesa. Fino a notte inoltrata sono proseguiti sul posto gli accertamenti dei carabinieri della Sezione investigativa scientifica di Milano. L’indagine comunque è blindata: bocche cucite da parte degli inquirenti, ma non è da escludere che il decesso di Mattia Mingarelli sia imputabile a una disgrazia durante l’escursione o ad un improvviso malore. Ma al vaglio degli inquirenti ci sono anche altre ipotesi, come quella appunto dell’omicidio. Il corpo senza vita del 30enne è stato trovato da alcuni sciatori che hanno avvistato nel bosco confinante con le piste una sagoma che poi si è rivelata essere il corpo senza vita del giovane di Albavilla (Como).