Federica De Luca, 29 anni, mamma di Taranto e arbitro di volley, è stata uccisa con il figlio, il piccolo Andrea di soli 3 anni e mezzo, il 7 giugno del 2016. La loro morte è stata il frutto della barbara violenza di Luigi Alfarano, 50 anni, marito di Federica De Luca, e papà del bimbo: l’uomo non tollerava che la ragazza, dopo avere scoperto la sua doppia vita, avesse deciso di andare dall’avvocato per separarsi da lui. Per questo motivo l’assassino ha prima sfogato la sua rabbia contro Federica, infierendo anche con un punteruolo sul suo volto, poi, l’ha soffocata con un cuscino. Lo stesso trattamento lo ha riservato al figlio, portato nella villa di campagna e giustiziato con un colpo di pistola alla nuca, prima di togliersi la vita. Oggi, a distanza di più di 3 anni, i genitori intervistati da “Il Messaggero” continuano a chiedere giustizia e a vivere nel dolore.
FEDERICA DE LUCA, UCCISA COL FIGLIO DAL MARITO SUICIDA
Mamma Rita racconta: “Quel mostro è morto e il processo penale si è estinto. Ora abbiamo avviato una causa civile contro la madre di lui, unica erede dei beni del marito di mia figlia. Non che ci interessi il risarcimento, ma è una questione di giustizia, ciò che riusciremo ad ottenere andrà in beneficenza con l’associazione “La festa dei Limoni” onlus Marco Braico e per attività volte a prevenire femminicidi e violenza sulle donne. Tutti sanno che i tribunali vanno al rallentatore. Non so se mai riusciremo ad avere qualcosa”. Il marito Enzo svela il suo tarlo: “Spero che il piccolo non abbia capito, non abbia visto”. Eppure Rita aggiunge: “Una strage premeditata al raptus non credo. Mia figlia è stata torturata, ha il viso bucato da un punteruolo. E mio nipote, quando quel mostro si è fermato al distributore prima di ucciderlo nella sua villa di campagna, era pallido, spaventato. Al benzinaio quel mostro ha detto: non tornerò questa estate in vacanza qui”. La relazione tra Federica e Luigi era precipitata dopo una scoperta: “Mia figlia aveva saputo che il marito era stato accusato di aver tentato di violentare una ragazza di 19 anni e per questo aveva patteggiato a un anno e 8 mesi, ma lei lo aveva perdonato, credeva a lui, che diceva essere tutta una montatura. Poi però aveva iniziato a controllarlo ed è allora che ha scoperto le foto e i filmini sul cellulare con escort e trans”. Mamma Rita oggi ricorda: “Tutti mi dicevano: tua figlia ha fatto un buon matrimonio. Ma a noi quell’uomo non è mai piaciuto a pelle”. Restano impresse le immagini del volto di Rita sfigurato nella bara che i genitori hanno voluto rendere pubbliche: “Questa non è opera del demonio come ha detto il parroco durante l’omelia, al funerale di Alfarano, accompagnato da un applauso”.