Lara Comi, oltre alla sua attività politica, è divenuta famosa negli ultimi due anni anche per una vicenda di persecuzione nei suoi confronti da parte di una stalker. Una storia durata diversi anni, iniziata nel 2013 e conclusasi solamente a marzo del 2018, e che ha portato alla condanna a dieci mesi di reclusione con l’aggiunta di una provvisionale pari a cinquemila euro, nei confronti di Giovanni Bernardini, imprenditore originario di Jesolo, che nel 2012 si era anche candidato come primo cittadino della cittadina marittima in provincia di Venezia. La Comi e il suo stalker si erano conosciuti nel 2013, e fin da subito lui aveva iniziato a contattarla, mandandole anche dei fiori. Come accade spesso e volentieri in queste situazioni, gli apprezzamenti sono divenuti sempre più pressanti e insistenti, al punto che il tutto si era trasformato in una vera e propria persecuzione.
LARA COMI: “CON LO STALKING L’INCUBO NON HA MAI FINE”
La Comi, esausta, aveva così presentato ben otto denunce nei confronti dello stesso imprenditore, e nel settembre del 2017 era stato arrestato dopo che aveva cercato di consegnare al suo oggetto del desiderio un anello con dei brillanti in occasione di un evento pubblico a Lecco, violando il divieto di avvicinamento che era stato imposto dal giudice. Bernardini aveva rimandato al mittente ogni accusa dal carcere, sostenendo di non aver mai toccato l’ex europarlamentare ma di esserne solo innamorato, poi a gennaio 2018 ci era ricascato, spedendo alla stessa esponente forzista alcuni messaggi attraverso un profilo falso su Facebook. La Comi denunciò un’altra volta il suo “ammiratore”, che finì così ai domiciliari, per poi essere condannato a dieci mesi. “Con lo stalking l’incubo non ha fine – aveva commentato la sentenza all’epoca, la Comi – come purtroppo avevo a suo tempo previsto. Svariate denunce e due condanne non sono bastate a fermare lo stalker, che continua a palesarsi con la sua pressione psicologica attraverso un profilo falso sui social, nonostante le misure restrittive, tra cui un divieto di avvicinamento”.