“Italiani di m…”: a pronunciare queste parole, un uomo di nazionalità straniera, presumibilmente africana. La denuncia arriva direttamente dal quotidiano “Il Giornale”, che ha realizzato un reportage in esclusiva sulla questione migranti a Ventimiglia, cittadina ligure situata al confine con la Francia. Quella stessa Francia che i migranti sognano e che non vuole i migranti, come da ordine arrivato da Parigi. Già, non li vuole proprio: l’ha detto espressamente il ministro dell’Interno Gérald Darmanin, annunciando l’intenzione di organizzare pattuglie miste da posizionare alla frontiera italiana, al fine di evitare che i clandestini possano varcare la linea di demarcazione che divide il nostro Paese da quello transalpino. E allora, in mancanza d’alternative, questi ultimi provano a intercettare un passaggio clandestino, aspettandolo accampati sui binari della ferrovia, sull’argine del fiume Roya o sulla spiaggia, in un contesto per nulla salubre (sporcizia e topi abbondano).



MIGRANTI SUI BINARI A VENTIMIGLIA: CHIUSO CENTRO ACCOGLIENZA PARCO ROYA

Ad aggravare la situazione, spiega “Il Giornale”, è stata la chiusura del centro di accoglienza del parco Roya, presso il quale i migranti erano soliti ricevere vitto, alloggio e assistenza di natura legale e sanitaria. Dal 1° agosto, però, non è operativo e i suoi ospiti sono stati trasferiti nei Cas dell’Imperiese: una variazione dettata dall’emergenza pandemica e dalla volontà di scongiurare il rischio di nuovi focolai, con possibili contagi da parte dei nuovi arrivi. A dipingere il quadro definitivo della vicenda, sono le parole conclusive dell’articolo, che riportiamo di seguito: “C’è, dunque, chi ha trovato riparo sui binari, sotto il cavalcavia e chi si rifugia tra le sterpaglie del fiume o sulla ghiaia della spiaggia. Il minimo comune denominatore è il degrado, che più volte il sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino (indipendente di area centrodestra) ha criticato in modo categorico. Il primo cittadino è sempre stato favorevole alla chiusura del campo, ma se fossero stati impediti nuovi arrivi. In questo caso a rimetterci è l’immagine della città che rischia di vivere una seconda odissea, complice la calda stagione che permette agli stranieri di vivere all’aperto”.

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