Al via ieri ai saldi estivi 2023 in tutte le regioni italiane, ad eccezione delle province autonome di Trento (inizio libero) e Bolzano, dove cominceranno dal 14 luglio. Secondo le stime di Confcommercio, ogni famiglia spenderà in media 213 euro: 95 euro a testa, per un valore complessivo di 3,4 miliardi di euro. Il caro-vita ha ridotto le spese delle famiglie ma è attesa una ripartenza delle vendite: 6 italiani su 10, il 61%, approfitteranno degli sconti, come spiega un sondaggio condotto da Ipsos per Confesercenti. Un ulteriore 30%, inoltre, si dice pronto ad acquistare in caso di offerta giusta.La stagione di saldi estivi 2023, inoltre, coincide con il debutto del nuovo Codice del consumo che è entrato in vigore dal primo luglio e modifica le norme su sconti, promozioni e liquidazioni, come spiega Il Fatto Quotidiano. Questo introduce anche una regolamentazione anche delle vendite online, come ha sottolineato il presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Giulio Felloni, che ha sostenuto come si tratti di “un’importante risposta a tutela del principio ‘stesso mercato, stesse regole’”. La scelta di partire con i saldi estivi 2023 il 6 luglio in tutte le regioni italiane, secondo l’esperto è giusta, poiché si evita “così un’inutile concorrenza tra territori”. Le attese, comunque, sono positive “Ci aspettiamo una crescita delle vendite di circa il 5% rispetto al 2022”.
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Saldi estivi 2023: nuove regole per i commercianti
Il termine dei saldi estivi 2023 è previsto per il 16 agosto nel Lazio e in Liguria, il 30 agosto in Calabria, Campania, Lombardia, Sardegna e Veneto. Il 31 agosto stop ai super sconti per l’Abruzzo, l’Emilia Romagna, le Marche, il Molise, il Piemonte, la Toscana e l’Umbria mentre in Basilicata si arriverà fino al 2 settembre. Il 15 settembre finiranno poi per Puglia e Sicilia, mentre le ultime regioni a terminare i saldi estivi 2023 saranno il Friuli Venezia Giulia e la Valle d’Aosta che proseguono fino al 30 settembre.
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Come sottolinea ancora Il Fatto Quotidiano, gli esercenti sono obbligati ad esporre il prezzo originale, il prezzo scontato e la percentuale di sconto di ogni prodotto. Non sono invece obbligati a permettere il cambio del prodotto. Nella direttiva Omnibus, infatti, i negozi fisici, gli store online e gli outlet dovranno adeguarsi alle nuove regole sulla trasparenza nell’esposizione dello sconto di un prodotto. Dovranno infatti esporre il “prezzo precedente“.